LA NASCITA DEL CRISTO – SIMBOLISMO E MISTICISMO – LA PRIMA INIZIAZIONE

Luce

Nella vita di ogni uomo, avviene un momento in cui una scintilla di illuminazione, una fioca e tenue luce proveniente dall’anima, si accende nella coscienza cerebrale.

sirioQuella scintilla splendente ancora a intermittenza, brilla nel cielo della coscienza oscurato dall’ignoranza e come la stella a cinque punte segnò la via ai Magi, la luce della stella interiore, indica la via allo stanco pellegrino che vorrebbe far ritorno alla casa del Padre. Molte vite, prima di quel giorno, sono state spese nei labirinti dell’illusione, ma giunge finalmente il tempo in cui l’idea della divinità viene percepita, e un’anelito di vento soffia sulla fiamma dell’aspirazione spirituale affinché questa possa precipitare come esperienza reale sul piano fisico. L’uomo, osservando dunque la stella che brilla a Oriente sale addosso al suo cavallo e persegue l’ideale, con ferma devozione e dedizione. Stancatosi della ruota ciclica del desiderio che per eoni lo condusse nel dolore e nella frustrazione, rivolge ora lo sguardo dentro se stesso, affidagatendo le redini della sua vita e del suo destino all’anima, il vero auriga del carro corporeo. Inverte, così la ruota del karma, poiché fatta la richiesta interiore, egli sceglie intenzionalmente di aprirsi alle dodici fatiche erculee che faranno di lui un giorno, un dio degno dell’Olimpo. L’uomo comune diviene ora un’aspirante ai misteri iniziatici, il quale domanda al Maestro interiore, il permesso di oltrepassare la porta d’oro dell’iniziazione. Il giorno della gloria eterna, scritto ormai nelle stelle, si avvicina e nulla più potrà impedire al fuoco interiore di rivelargli l’Angelo della Presenza e più tardi la Presenza stessa.

SpiraleLa natura evolve attraverso periodi di intensa attività e riposo, segue un movimento apparentemente ciclico, ma che si conclude sempre con un moto a spirale, orientato verso il centro della Vita Una. Si sperimentano dapprima le paia degli opposti sfocianti nel conflitto e nel dolore, per poi trovare l’equilibrio attraverso la loro sublimazione in armonia e saggezza. L’uomo, dotato di un corpo fisico come mezzo di esperienza ed espressione creativa, di un corpo emotivo e senziente veicolo del desiderio e recipiente dell’intuizione e di un meccanismo mentale capace di percepire la sintesi del tutto, la volontà e il proposito divino, segue anch’egli il movimento ciclico nella spirale evolutiva della vita, passando per le dodici case dello zodiaco. Ogni uomo percepisce e viene influenzato dall’energia delle dodici costellazioni, secondo il moto orario, che da Ariete giunge Toro passando per i Pesci. Così facendo l’uomo sperimenta la caduta nella materia più densa, chiamato processo del divenire. Ma arriva un giorno in cui l’uomo, dopo aver raggiunto l’equilibrio in Bilancia e trasmutato il desiderio materiale in aspirazione al divino in Toro, inverte la propria ruota del karma ed inizia il processoastrologia (1) della risalita che conduce all’Essere, percorrendo così le dodici case dello zodiaco secondo il moto anti-orario, che da Ariete conduce a Pesci passando per il Toro. Quelomento segna l’ingresso sul sentiero, la risalita evolutiva verso lo Spirito, e l’aspirante ai misteri iniziatici intraprende le dodici fatiche che ogni Salvatore del Mondo ha compiuto in vita prima di lui. Passando dall’Ariete si giunge al Toro, dai Gemelli al Cancro e dal Leone alla Vergine sperimentando la prima tappa iniziatica chiamata col nome di seconda nascita (spirituale) o la nascita del Cristo (interiore). Va ricordato, però che ogni segno influenza ma non determina poiché soltanto dopo che la prova sia stata riconosciuta, accettata, compresa e trascesa può essere aperta la porta per quella successiva.

annunciazione96Si dice che la nascita del Cristo venne annuncia da un Angelo, la voce dell’intuizione che parla nel silenzio, apparso a Maria, simbolo della personalità dell’uomo pronta per il futuro concepimento. Abbiamo quindi l’angelo o l’anima che, feconda l’ovulo della mente in Ariete, annunciando la nascita del Cristo che si terrà sotto il segno della Vergine. Ariete, segno di fuoco influenza la mente, per questo è il segno dell’inizio, della ri-organizzazione, del ri-orientamento e della rigenerazione.

Nel grande libro delle stelle, oltre la figura femminile della Vergine se ne ritrovano altre tre, connesse al cassiopeacammino iniziatico. Cassiopea, la donna sul trono che regna quando l’uomo è annebbiato dalla materialità della vita. Tale costellazione è associata a quella dell’Ariete poiché la nota fondamentale di questo segno dal punto di vista della personalità è “Si ricerchi la forma”, mentre per l’anima a moto invertito è “Avanzo e dal piano della mente governo”. Simboleggia, l’anima che comincia a coordinare il suo strumento o l’aspirante, dotato di una personalità ancora separativa, che si appresta ad alzarsi dal trono della materia per calcare il sentiero della rinuncia e della rinascita.

Chioma di BereniceLa seconda figura femminile è la Chioma di Berenice, la donna che porta il bambino, simbolo proprio del lavoro dell’aspirante fino alla nascita del Cristo. La Chioma di Bernice è associata alla costellazione della Vergine, la cui nota fondamentale dal punto di vista dell’anima è: “Sono la Madre ed il Bambino, sono Dio e sono la Materia”, poiché Spirito e materia sono la stessa identica cosa che si esprime a frequenze e vibrazioni apparentemente differenti.

Andromeda_II_by_DrawingNightmare

Infine, ritroviamo Andromeda, la donna in catene, l’iniziato che sottomette l’intera personalità all’Amore e Volontà divina culminante alla settima iniziazione, in cui si libera per sempre dalla ruota del karma e diviene il Salvatore del mondo. Questa costellazione è associata ai Pesci la cui nota fondamentale dal punto di vista dell’anima è: “Lascio la casa del Padre e, ritornando, salvo”. La meta simboleggiata dal Cristo al momento della risurrezione che spetta ad ogni uomo che riesce a sciogliere i sette sigilli dell’Apocalisse.

GraalOgni salvatore del mondo nacque da una vergine, costellazione le cui stelle formano un calice, il calice dell’amara sofferenza, del dolore e delle prove della vita a cui si assoggetta deliberatamente ogni uomo che entra in incarnazione. Il Santo Graal, di cui si narra contenga il sangue di Cristo datore della vita eterna, può essere bevuto solo da colui che calcando il sentiero trasforma la propria conoscenza dapprima in esperienza diretta e successivamente in Saggezza divina. Così ogni uomo, riponendo se stesso sull’altare della purificazione e del servizio attivo, dona le redini del suo carro all’iniziatore, il maestro nel cuore, l’anima. Dopo aver purificato mente, cuore e corpo sotto l’influsso dell’Ariete, del Toro e dei Gemelli, questi vengono allineati all’anima, permettendo così alla voce dell’intuizione di riflettersi nel lago calmo della coscienza in Cancro. In Leone, invece ritroviamo la personalità forte ed integrata che si sottomette completamente all’anima, seguendo la via dell’amore e dell’altruismo piuttosto che quellaMaschile e Femminile dell’egoismo, dell’opportunismo, della rabbia, della critica e della crudeltà. In Vergine infine si fondono le dualità maschile e femminile in un’unico essere e nel cuore dell’uomo nasce il Cristo. La scintilla di luce, accesa in Ariete diventa un fuoco che divampa fino al centro del cuore in Vergine e l’uomo per la prima volta conosce se stesso trovando la sua via di servizio. Da quel momento nulla sarà più lo stesso ed un nuovo cammino si aprirà dinanzi al lui fino a al giorno in cui non berrà il sangue del Graal in Scorpione divenendo il discepolo accettato, poi l’iniziato in Capricorno, il Servitore in Acquario e il Salvatore del Mondo in Pesci.

Nell’esperienza del cuore in Vergine, l’anima non sarà più vissuta come una vana teoria ma diverrà realtà di vita pratica e creativa. TaoEssa instaurerà un grande punto di contatto con il suo meccanismo proprio perché avrà iniziato a sciogliere la più grande idea separativa della vita, quella di vedere una personalità ed un’anima come separate ed anche la materia come diversa dallo Spirito. Davanti all’uomo nuovo così appare la prima grande visione sintetica della vita nella quale bene e male fanno parte dell’Uno e che la creazione nonostante l’apparente male, dolore, caos e imperfezione in realtà è soltanto Amore, Bellezza e Perfezione.

Nella storia evangelica, il Cristo bambino nacque a Betlemme, dall’ebraico “la casa del pane”. Il pane è simbolo delle necessità degli uomini, e soltanto chi inizia a percepire l’Amore e il Proposito divino intraprende la via del servizio e può saziare la fame spirituale nel mondo. Il pane è il corpo di Cristo, veicolo di espressione dello Spirito Santo, il principio di intelligenza attiva e creativa ed è associato alla prima iniziazione poiché l’iniziato acquisisce un notevole dominio sulmoltiplicazione dei pani e dei pesci corpo fisico ed impara ad equilibrare le forze sullo stesso piano. Nel vangelo il pane si ritrova in altre due occasioni, durante la moltiplicazione dei pani e dei pesci offerti alla folla e durante l’ultima cena. Nel primo caso il Cristo aprì la via ad un grande evento planetario, grazie alla sua venuta, insieme a quella del Buddha 500 anni prima, l’umanità nel suo complesso potrà prendere la prima iniziazione, questo è uno degli intenti planetari per cui ogni uomo che ha risvegliato la natura cristica vi aderisce e contribuisce. Così il pane simbolo della materia è associato ai pesci, simbolo dell’anima, la quale dirige il suo strumento. Nell’ultima cena, invece il pane viene unito al vino, questi sono il simbolo della cerimonia Ultima_cenainiziatica per i discepoli che presero la seconda iniziazione. Il sangue è portatore di vita, così come l’acqua e i due sono intimamente connessi ed associati al piano astrale e delle emozioni; nella seconda prova iniziatica si apre l’esperienza su quel piano, così come alla prima si aprì sul piano eterico-fisico. Il Cristo infatti prese la seconda iniziazione sulle rive del Giordano, dove ricevette il battesimo immerso nell’acqua.

Tornando alla storia della nascita, il Cristo venne al mondo all’interno di una mangiatoia che a quell’epocapresepe_storia era spesso all’interno delle grotte. Qui vi si ritrovano la sintesi della vita, espressa dal regno minerale (la grotta), il regno vegetale (la paglia), il regno animale (il bue e l’asino), il regno umano (Giuseppe e Maria) ed il regno spirituale (il Cristo). I cinque regni della natura riuniti insieme, poiché 5 è il numero della mente illuminata ed inclusiva, della personalità fusa con l’anima, della stella a 5 punte dell’iniziazione che guida l’iniziato fino al momento della trasfigurazione (III Iniziazione) quando effettivamente entrerà nel regno detto spirituale, da quel momento in poi sarà la luce dello Spirito a guidarlo verso la crocifissione in Acquario e la risurrezione in Pesci (IV e V Iniziazione).

Il bue e l’asino, simboleggiano rispettivamente l’anima, l’illuminazione (il toro) e la personalità ancora loto 1000testarda (l’asino). All’interno del cervello ci sono due ghiandole associate a questi due aspetti: la ghiandola pineale o epifisi e il corpo pituitario o ipofisi. Queste, come ogni ghiandola, sono in rapporto con dei centri di forza nella sostanza eterica, chiamati chakra. La prima è in rapporto con il chakra della corona o il loto dai mille petali, centro che diverrà realmente attivo alla settima iniziazione quando si raggiungerà la perfezione spirituale e l’identificazione con lo Spirito, poiché il numero 1000 simboleggia ciò, come il 10 prima di questo simboleggiò la perfezione della personalità e il 100 quella dell’anima. L’altro centro è il chakra situato fra le sopracciglia, il chakra Ajna o il loto dai 2 petali. E’ il ajna
centro dapprima della personalità integrata e successivamente della personalità fusa con l’anima, poiché il 2 è numero della dualità ma che si risolve alla fine nell’unità. Questo centro è diverso da tutti gli altri poiché i suoi petali sono disposti orizzontalmente, come le due braccia di una croce, simbolo dei due sentieri percorribili dall’uomo: quello della mano sinistra, la magia nera, la via della personalità egoista e opportunista o quello della mano destra, la magia bianca, la via dell’anima che mira alla perfezione spirituale, alla coscienza di gruppo e all’attuazione del proposito divino. Insieme formano la croce su cui ogni uomo deve salire prima di raggiungere la perfezione nel chakra della corona per la risurrezione finale. Il chakra della corona e la ghiandola pineale sono dunque associati al toro che irradia di luce il chakra Ajna e il corpo pituitario, così che l’uomo possa finalmente vedere oltre i veli del mondo fenomenico luce 2e relativo. In antiche scritture è riportato così: “Il Toro di Dio, porta la luce nella fronte e gli occhi ne trasmettono la radianza; la testa carica di forza magnetica, rassomiglia ad un sole splendente e dal loto della testa parte il sentiero di luce. Esso penetra nell’Essere Maggiore producendo un fuoco vivo. Il Toro di Dio vede l’Angelo Solare e sa che questo Angelo è la luce in cui egli cammina.” Così, i
due centri della
testa divengono reciprocamente attivi e la luce della testa risplende. Si stabilisce una linea di luce, che consente un libero influsso reciproco, fra questi due centri e le corrispettive ghiandole, allora diventa possibile la prima iniziazione, la nascita nella grotta del cuore, che troverà la sua espressione alla terza iniziazione, la trasfigurazione sul monte Ajna e verrà ultimata alla settima iniziazione nella grotta della ghiandola pineale.Molecular Thoughts La tenue luce diventa in modo sempre crescente un canale splendente, che come un ponte unisce dapprima il cervello e la mente all’anima e successivamente allo Spirito. Il ponte che in oriente viene chiamato con il nome di Antahkarara. Alla prima iniziazione, dunque la linea di luce è ancora tenue e instabile, ma esiste e l’energia liberata si distribuisce nei sette centri o chakra disposti lungo la spina dorsale del corpo eterico, ricevendo energia, forza ed espansione, così che il neo-iniziato abbia un corpo più responsivo e sensibile, utile per il tipo di servizio da svolgere. Alla seconda iniziazione, invece si espanderanno i chakra astrali e alla terza i chakra del corpo mentale. In una sfera più ampia, il toro e l’asino mostrano il futuro, poiché ancora una volta la personalità dovrà essere sottomessa alla seconda iniziazione, quando il Cristo dopo il battesimo entrerà nel deserto interiore, detto anche la notte dell’anima dove si scontrerà contro il diavolo interiore, la forma pensiero di ignoranza e di illusione di tutte le vite passate condensate nel guardiano della soglia, colui che ostacola la via. Questa iniziazione, poiché l’iniziato ha espanso i chakra del corpo astrale risulta essere la più duale e difficile da superare ma nessuna prova sarà mai impossibile e la capacità di amore e fede accresciuti nel discepolo lo metteranno in condizione di dissolvere il guardiano della soglia e con esso ogni idea duale e separativa. Raggiunta quest’ultima consapevolezza l’occhio singolo sarà ochakras-07ra colmo di luce e il Cristo potrà prendere la terza iniziazione sul monte dell’Ajna, espandendo i chakra del corpo mentale. Dopo questa iniziazione ritroviamo nuovamente l’asino nella domenica delle palme, la personalità completamente domata e allineata all’anima, poiché l’iniziato ha crocifisso se stesso per un bene più grande, essere un servitore mondiale. Salendo sulla croce fissa dei cieli, la nota dominante dell’iniziato sarà ora espressa da quattro segni dello zodiaco, Scorpione, Toro, Leone, Acquario, in un modo nuovo poiché ora l’iniziato ha conosciuto se stesso in qualità di Spirito.  Nella sua coscienza infatti potranno esprimersi le seguenti affermazioni:  “L’illusione non può trattenermi, sono l’uccello che vola libero”, poiché l’illusione dello scorpione si risolve nella consapevole dello Spirito, l’aquila; “Cerco l’illuminazione e sono io stesso la luce.”, i due occhi, simbolo della visione duale di se stesso e della vita, vengono definitivamente risolti nella luce radiante, di cui il Toro è portatore, dell’occhio singolo, l’Uno; “Conosco me stesso come l’Uno. Governo secondo la Legge”, il leone della personalità ormai trascesa per lo Spirito che ora può operare in accordo con la legge del karma in ogni sua manifestazione sia fisica che nei piani sottili; ed infine “
Sono colui che serve, sono il dispensatore dell’acqua di vita”, la missione dell’acquario, il servitore mondiale.

Giuseppe, Gesù e Maria, simboleggiano, l’Aspetto Padre (Giuseppe) o l’Aspetto Vita che si esprime comeGiuseppe, Gesù Maria Volontà o Proposito o Potere (nel suo aspetto inferiore è il corpo mentale); l’Aspetto Figlio (Gesù) o l’Aspetto Coscienza che si esprime come Amore e Saggezza (nel suo aspetto inferiore è il corpo astrale); l’aspetto Madre o Spirito Santo (Maria) o l’Aspetto apparenza fenomenica, madre natura, la materia che si esprime come Intelligenza attiva e Creativa (nel suo aspetto inferiore è il corpo eterico-fisico). La trinità presente nel cosmo che si rapporta come analogia nel tutto e nell’uomo stesso. 

MagiI tre Magi che per giungere al Cristo seguirono la stella che brilla a oriente (l’anima) rappresentano con il loro doni, oro, incenso e mirra, i tre aspetti inferiori: il corpo fisico-eterico, astrale e mentale che giungono alla rinascita seguendo il cammino dettato dalla voce dell’intuizione (la stelle a cinque punte che rifulge ad Oriente). La personalità, offrendo i propri doni si allinea, così all’Amore e alla Volontà dell’Anima.

I Tre magi simboleggiano anche i tre canali descritti dalle tradizioni indù della Kundalini, sono Idà l’aspetto femminile, Pingalà, l’aspetto maschile e Sushumnà, il canale centrale, la via di mezzo in cui il fuoco interiore della materia fondendosi con il fuoco pranico sale nella zona del chakra del cuore, la grotta, permettendo sushumna 2così di ricevere la prima iniziazione detta iniziazione minore in quanto insieme alla seconda non sono altro che la preparazione per quella maggiore quando il Cristo sarà adulto e dopo il deserto salirà sul monte della trasfigurazione, la terza iniziazione o la prima maggiore. Quest’ultima permetterà l’entrata effettiva nel regno spirituale, la Gerarchia di luce, detta anche la Loggia Azzurra. In questo processo alchemico ed iniziatico, tutto il corpo eterico rifulgerà di luce, poiché alla prima iniziazione, i sette chakra principali del corpo eterico si espanderanno permettendo così all’uomo di percepire la creazione e se stesso in un modo nuovo, più inclusivo e amorevole. Ogni iniziazione permette quindi una penetrazione sempre maggiore nella mente universale ed un identificazione con il propositivo divino, una visione sintetica ed inclusiva della vita e delle sue leggi, ed una crescente capacità di esprimere Amore e Saggezza. Così nell’uomo nuovo che ha ricevuto questa seconda nascita, si apre dinnanzi a lui il sentiero del discepolato, dell’iniziazione, del servitore e del salvatore del mondo così da sciogliere i sigilli descritti nell’Apocalisse di Giovanni e giungere al giorno della RivelazioneBuddha_3. I Magi, in una analogia più ampia rappresentano i tre aspetti superiori dello Spirito, l’Aspetto Intelligenza Attiva, la Saggezza, l’Aspetto Amore e l’Aspetto Volontà. I tre Magi sono quindi i Tre Re, i grandi Avatar o Illuminati del passato, il Buddha il signore di Saggezza; del presente, il Cristo il Signore dell’Amore; del futuro l’Avatar che dovrà ancora venire il Signore di Volontà e Potere, che si incarnerà quando tutta l’umanità giungerà almeno alla prima iniziazione.

preghieraQuesto è lo scenario della gloriosa nascita nella luce, la prima delle cinque mete, che spettano ad ogni uomo, che ha deciso di intraprendere la via dell’iniziazione; cammino che non prevede soltanto la purificazione dei propri meccanismi mentale, emotivo e fisico, ma l’assoggettamento dell’intera personalità alla voce che parla nel silenzio, alla percezione dell’Amore divino, e all’attuazione del Proposito divino percepito, attraverso il servizio attivo e creativo sul piano fisico. La prima iniziazione è per colui che con discernimento, disciplina e amore ripone il proprio cuore e la mente al servizio del maestro interiore, la divinità innata e celata.

[Hermes]

Per maggiori approfondimenti:

Scarica gratuitamente il libro di Hermes: “Il Fiore della Vita” o “Il Sentiero del Discepolato – Vol. I – Note introduttive sull’iniziazione” o il libro di Alice Ann Bailey “Iniziazione Umana e Solare” nella sezione Area Download.

Leggi anche l’articolo: Ariete – La Prima Fatica di Ercole – La cattura delle giumente antropofaghe, cliccando qui.

ARIETE – LA PRIMA FATICA DI ERCOLE – La cattura delle giumente antropofaghe

Aries

LA FATICA

Il Mito.

anima e personalitàIl figlio di Marte, Diomede, che aveva fama d’essere iracondo, governava il territorio che si estendeva oltre la Porta ed allevava cavalli e giumente da guerra sulle paludi delle sue terre. Selvaggi erano quei cavalli e feroci le giumente, e tutti gli uomini tremavano al solo sentirle, perché esse devastavano le campagne, percorrendole in lungo ed in largo, arrecando gravissimi danni ed uccidendo tutti i figli degli uomini che si trovavano sul loro passaggio; inoltre, esse generavano continuamente cavalli sempre più feroci e malvagi.

“Cattura queste giumente e poni fine a tutto il male che fanno”, fu il comando che risuonò alle orecchie di Ercole. “Và, salva questa lontana terra e coloro che la abitano”.

“Abderis”, gridò Ercole, chiamando l’amico molto amato che aveva sempre seguito i suoi passi di terra in terra, “vieni ad aiutarmi in questo compito”. Abderis giunse e si schierò a fianco dell’amico e con lui affrontò la prova. Fatti accuratamente i loro piani, essi seguirono cavalli erranti nei prati e nelle paludi di quella terra. Alla fine, sospinse le giumente selvagge in un angolo di un campo privo d’uscita e lì le catturò e le impastoiò. Egli urlò dalla gioia per il successo raggiunto.

Tale fu la gioia per la propria prodezza che non pensò consono alla sua dignità portare per le briglie le giumente o di riportarle lui stesso sul Sentiero a Diomede. Chiamò il suo amico: “Abderis, vieni qui e conduci questi cavalli attraverso la Porta”, quindi si volse e proseguì orgogliosamente.

Ma Abderis era debole e tale compito lo spaventò. Infatti, non poté trattenere le giumente, né giumenteimbrigliarle o spingerle attraverso la Porta dietro i passi dell’amico. Esse gli si rivoltarono contro, lo dilaniarono e lo calpestarono, uccidendolo e poi fuggirono nelle terre selvagge di Diomede.

Ritornato in sé, affranto dal dolore, umiliato e scoraggiato, Ercole riprese il proprio lavoro. Di nuovo vagò alla ricerca delle giumente, lasciando l’amico morente sul terreno. Di nuovo le catturò e le sospinse lui stesso attraverso la Porta. Ma Abderis giaceva morto.

Il Maestro lo squadrò con attenzione e mandò i cavalli in un luogo di pace affinché fossero addomesticati e sottomessi al loro compito. La gente di quella terra accolse con giubilo colui che l’aveva liberata dalla paura ed acclamò Ercole come Salvatore del paese. Ma Abderis giaceva morto.

Il Maestro si rivolse ad Ercole e disse: “La prima fatica è terminata; la prova è superata, ma male. Impara la vera lezione che da essa ti viene e procedi verso un altro servizio da rendere ai tuoi simili. Và nel paese custodito dalla seconda Porta, cerca e cattura il Toro sacro e portalo nel Santuario”.

Spiegazione.

La chiave di questa prima fatica e del significato del segno si trova nelle parole di un’antica scrittura indiana: “L’uomo non conosce esattamente la via verso il mondo celeste, ma il cavallo la conosce bene.” In tempi antichissimi, in India, il sacrificio del cavallo era legato al Dio sole e, secondo gli Ariani Vedici, ogni anno il Dio solare, quale cavallo zodiacale, doveva morire per redimere la carne. Il carro solare di Apollo è rappresentato trainato da cavalli ed il “principesco segno dell’Ariete” è strettamente connesso con la simbologia del cavallo, come è dimostrato da questa prima fatica.

Nei libri di simbologia, il cavallo rappresenta l’attività intellettuale. Il cavallo bianco simbolizza la mente illuminata dell’uomo spirituale e così nell’Apocalisse troviamo che Cristo avanza su di un cavallo bianco. Il cavallo nero rappresenta la mente inferiore con le sue false idee ed i concetti errati. Le giumente da riproduzione, che incontriamo in questa prima fatica, indicano l’aspetto femminile della mente che dà nascita alle idee, alle teorie e ai concetti.

Viene qui simboleggiata la tendenza della mente a creare forme-pensiero che incarnano le idee concepite e che, lasciate libere nel mondo, devastano e distruggono, quando emanano dalla mente inferiore, ma costruiscono e salvano quando provengono dall’anima.

Molecular ThoughtsIl significato della prova è ora certamente chiaro. Ercole doveva cominciare nel mondo del pensiero per acquisire il controllo mentale. Per lunghe età le giumente del pensiero avevano generato cavalli da guerra e con cattivi pensieri, cattive parole e idee errate avevano devastato la contrada. Una delle prime lezioni che ogni principiante deve apprendere riguarda il tremendo potere mentale di cui egli si può avvalere e tutto il danno che può arrecare ai vicini e all’ambiente mediante le giumente della sua mente.

Egli deve quindi imparare il giusto uso della mente e la prima cosa che deve fare è di catturarne l’aspetto femminile, in modo che non possa più generare cavalli da guerra. Qualunque emulo di Ercole può riscontrare facilmente di possedere queste devastanti giumente osservando attentamente, per un intero giorno, i suoi pensieri e le parole che pronuncia, anch’esse prodotte sempre dal pensiero. Scoprirà rapidamente che l’egoismo, la malevolenza, la tendenza al pettegolezzo e alla critica costituiscono gran parte del contenuto del suo pensiero e che le giumente della sua mente sono costantemente nutrite dall’egoismo e dall’illusione. Invece di dar nascita a idee e concetti che abbiano origine nel regno dell’anima e invece di essere fertilizzate dal regno spirituale, queste giumente divengono madri dell’errore, della falsità e della crudeltà che hanno origine nell’aspetto inferiore della natura umana.

Ercole si rese conto del danno arrecato da queste giumente e si precipitò eroicamente a salvare i suoi vicini. Egli decise di catturare le giumente, ma sopravvalutò se stesso. Riuscì a radunarle e a catturarle, senza però comprenderne la potenza e la forza, per cui le diede da tenere ad Abderis, simbolo del sé inferiore. Ma era necessario che Ercole, l’anima e Abderis, la personalità, sorvegliassero insieme quei cavalli devastatori. Abderis da solo non era forte abbastanza e ciò che era successo alla gente della contrada capitò anche a lui: le giumente lo uccisero. Questo è un esempio di come opera la grande legge e che paghiamo nella nostra stessa natura il prezzo degli errori commessi con le parole e con le azioni. L’anima deve affrontare di nuovo, nella persona di Ercole, il problema dei cattivi pensieri, ma solo quando diventerà l’aspirante focalizzato nel segno del Sagittario ed in quel segno ucciderà gli Uccelli Antropofagi, raggiungerà veramente il completo controllo del proprio processo mentale.

IL SEGNO

ariete (1)

Il segno della Mente

Ariete governa la testa. È per conseguenza il segno del pensatore e quindi un potente segno mentale. Ogni inizio ha origine sul piano mentale e nella mente del creatore, sia che questo creatore sia lo Spirito o l’anima dell’uomo.

  • Questo universo ha origine nel pensiero del Pensatore cosmico.
  • L’anima ha iniziato il suo percorso nella materia mediante lo stesso processo di pensiero.
  • La famiglia umana, il quarto regno di natura, venne in esistenza quando emerse la mente e differenziò l’uomo dagli animali.
  • L’aspirante comincia le sue fatiche quando diviene un vero pensatore e, in piena consapevolezza, comincia ad agire quale arbitro del proprio destino…

Note fondamentali.

Queste sono quattro e tutte trasmettono la stessa idea:

  1. Esprimi la volontà di essere e di fare. (Creazione — Essere)
  2. Sviluppa il potere di manifestare. (Attività)
  3. Combatti per il Signore. (Lotta)
  4. Giungi all’unità mediante lo sforzo. (Sintesi)

Qualità.

Questa prima fatica segna il primo passo sul “sentiero del trasferimento”, dal regno umano a quello divino. Ariete o agnello, quindi è il segno dell’Inizio (o dell’iniziativa), della Volontà o Potere (I Raggio).

Il segno dell’Ariete, è stato sempre indicato come il primo segno dello zodiaco. In esso la grande ruota inizia il suo ciclo. È quindi il segno del principio, l’inizio. Cosmicamente parlando, è il segno della creazione ed è a quest’idea che si riferiscono le parole della Bibbia: “L’Agnello immolato dalla creazione del mondo” (Apocalisse XIII, 8); perciò questo segno è chiamato il segno dell’Ariete o dell’Agnello.

  • Nella vita dell’aspirante al discepolato, l’Ariete denota il periodo della rigenerazione ovvero quando i mutamenti interiori della coscienza finiscono per provocare quel riorientamento (l’inversione della ruota dello zodiaco dal moto orario a quello anti-orario) nel quale l’anima inizia a governare l’intera personalità, assoggettandola alla propria volontà.
  • Nella vita dell’iniziato l’ariete denota la morte effettiva della personalità ovvero la rinuncia a ogni cosa per amore dell’umanità e del servizio mondiale. Ne risulta la liberazione definitiva.

In Ariete dunque inizia il lavoro creativo, si comincia a sentire l’anelito a liberarsi dalla forma, a rimuovere la pietra dalla porta del sepolcro dell’anima per essere figli di Dio nella libertà. È quindi il segno di impulsi forti e potenti, di violente fluttuazioni e sforzi esagerati; spesso è il segno del fallimento, ma sempre del successo finale.

Opposto polare.

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Nel suo segno opposto, Bilancia, si raggiungono la stabilità e l’equilibrio, poiché l’esperienza e le lezioni apprese nelle cinque fatiche intermedie (toro, gemelli, cancro, leone, vergine) donano quella fermezza e quell’atteggiamento equilibrato che noteremo in Ercole quando catturerà il Cinghiale, in Bilancia.

Pianeta reggitore exoterico (della personalità).

marsMarte incorpora forza di sesto raggio che tende all’idealismo, sovente al fanatismo distruttivo, alla guerra, al contrasto, allo sforzo e all’evoluzione. L’idea divina in Ariete diventa piano concreto in Capricorno, sia che si tratti della completa fioritura di tutte le forme di vita planetaria, dell’ambizione di una personalità che elabora i propri disegni e programmi terreni, o dell’aspirazione spirituale (l’ambizione mondana trasmutata nel suo aspetto superiore) dell’iniziato, che cerca di realizzare i propositi divini e farli propri.
In ogni caso Marte conduce al campo di battaglia in Scorpione.
Scorpione, che provoca infine la morte della personalità e libera l’uomo in Capricorno nel centro planetario che chiamiamo Gerarchia.

Pianeta reggitore esoterico (dell’anima).

mercury

Mercurio, che incorpora energia di quarto raggio, guida infine l’uomo attorno alla ruota della vita e mediante il conflitto gli consente di raggiungere l’armonia. Illumina la mente ed è intermediario fra anima e personalità, essendo il Messaggero degli Dei. Ciò, in prima istanza, produce inevitabile opposizione fra le coppie di opposti e un conflitto prolungato. Tale conflitto genera infine la vittoria e disperde l’illusione, illuminando la mente inferiore. Sole e Mercurio sono una cosa sola, come sovente si legge nei testi di occultismo. Il Sole è simbolo del Figlio di Dio, mediatore fra Padre-Spirito e Madre-Materia. Perciò Mercurio conduce Ariete verso la Vergine (simbolicamente) dove l’idea o Parola di Dio comincia a prendere forma e di conseguenza la vita latente in Ariete sperimenta la “crisi della nascita” (I iniziazione – nascita del cristo nel cuore), preludio alla nascita del Cristo cosmico, sebbene quella del Cristo individuale avvenga in Capricorno (III iniziazione – la trasfigurazione), al termine del necessario periodo di gestazione.

Croce Cardinale.

croce cardinaleAriete è una delle costellazioni della Croce Cardinale dei cieli. È la croce di Dio Padre e quindi della Monade che si incarna. È il volere o il potere che si esprime nel grande processo creativo. Quando l’iniziato (come vedremo) torna sulla Croce Cardinale, da cui discese quando si incarnò per salire sulla Croce Mobile, non si identifica più con la forma e neppure con l’anima, ma con la volontà divina, con l’eterno disegno e proposito. Disegno e proposito diventano suoi. Naturalmente in proporzione a ciò che la propria consapevolezza attuale riesce a percepire ed intuire. Ariete, quindi in punti diversi del Sentiero della Vita costringe l’anima sul terreno ardente e l’assoggetta al processo di purificazione durante l’incarnazione. Tramite i fuochi minori della mente, “le giungle dell’esperienza vengono incendiate e si dissolvono fra le fiamme, la Via è sgombra e la visione è raggiunta”.

E’ connessa allo scorpione (segno della croce fissa), che provocherà la morte della personalità (morte nel senso che vedrà la personalità allineata e fusa all’anima) e ai pesci (segno della croce mobile) che provocherà la morte di tutte le influenze che legano l’uomo alla ruota delle nascite e lo svincola dalla croce mobile per entrare in quella cardinale.

Ogni uomo quando studia un segno e i suoi influssi deve conoscere la propria situazione attuale e sapere quale croce condiziona quel momento particolare della sua vita ed evoluzione, ricordando che: il ciclo involutivo, del crescente coinvolgimento nella materia, è la vita sulla Croce Mobile (uomo comune e l’aspirante al sentiero); l’interludio di riadattamento o di lotta per la liberazione  conducono sulla Croce Fissa (il discepolo); infine la liberazione è sulla Croce Cardinale (l’iniziato).

Pianeti esaltati, in detrimento e che cadono.

Il Sole è esaltato in Aries. Qui il Sole significa la vita dello spirito che giunge a piena espressione per effetto del grande processo evolutivo iniziato in Aries. La vita di Dio, “lanciata in azione” in questo segno, perviene al compimento. La latenza diviene potenza e la mezzanotte diventa il mezzogiorno. Dio, il Padre, governa.

In questo segno Venere è afflitto. Questo segno è a suo detrimento. La ragione è che quando il Sole è esaltato e splende in tutta la sua gloria, i luminari minori impallidiscono. Come la personalità svanisce nella luce dell’anima, l’Angelo solare, così l’anima scompare e perde potere e radiosità quando la Presenza, fino ad allora velata, appare e domina la scena al termine del ciclo maggiore. Si afferma che le Menti che si incarnano, gli esseri umani, gli Angeli solari, giunsero in origine da Venere, ma a loro volta cedono il posto alla Monade, l’Uno. La mente è sostituita dall’intuizione e la ragione dalla percezione pura.

Saturno “cade” in Aries. Il significato è duplice, perché il segno è duale. Primo: Saturno è il Signore del Karma, che impone la retribuzione ed esige l’estinzione totale dei debiti, e quindi condanna alla lotta per l’esistenza, sia come forma che come anima. Saturno “cadde” pertanto, quando l’uomo cadde nella generazione. Egli “seguì i figli degli uomini nelle loro basse regioni”. Secondo: il potere di Saturno cessa del tutto e la sua opera si compie quando l’uomo (spirituale) si è liberato dal karma e dalle due Croci: Comune e Fissa. Esotericamente, Saturno non può seguire l’uomo sulla Croce Cardinale. Saturno è il pianeta che condiziona soprattutto il grado di sviluppo in cui è possibile la scelta, il rifiuto o l’accettazione cosciente dell’occasione, quando l’assumere responsabilità personale diventa un fatto riconosciuto in una vita pianificata e ordinata.

Motto del segno:
Dal punto di vista della forma o dell’astrologia ortodossa: “E il Verbo disse: Si ricerchi la forma”. L’Uomo.
Dal punto di vista dell’anima o dell’astrologia esoterica: “Avanzo e dal piano della mente governo”. L’Iniziato.

LE COSTELLAZIONI

Cassiopea, la Regina sul trono, sempre simbolo della materia. È la costellazione simboleggiantecassiopeameg quello stadio dell’esistenza umana in cui la materia o la forma sono predominanti e trionfanti, quando cioè la divina vita interiore è tanto profondamente celata che non dà nessun segno di manifestazione, e soltanto la natura materiale domina e controlla ogni cosa. Cassiopea siede sul Circolo Artico, vicino a Cefeo, il Re o il Legislatore, che troveremo in seguito come una delle tre costellazioni in Pesci. Al principio è la Legge; alla fine è la Legge, poiché Cefeo ha uno stretto rapporto col primo e l’ultimo segno dello zodiaco. È interessante notare che Maometto, il fondatore della religione più militante, nacque in questo segno e la leggenda dice che vi nacque anche Mosè. Mosè, il legislatore e Maometto, il guerriero. Il problema di Ercole, nell’iniziare le sue fatiche, è di dimostrare il suo potere sulla materia e sulla forma. Deve così riconoscere sin dall’inizio Cassiopea, la regina sempre sul trono.

cetusLa seconda costellazione è Cetus, il mostro marino, il nemico dei Piccoli Pesci… uno dei grandi simboli dell’anima è il pesce che nuota nell’oceano della materia e Cetus, il mostro marino, è il simbolo di ciò che chiamiamo male, che cerca di distruggere l’anima in incarnazione. Il mostro marino nell’oceano dell’esistenza e la regina sul trono indicavano ad Ercole la vastità del suo problema, ma la terza costellazione gli parlava di vittoria.

PerseoPerseo è la terza delle tre costellazioni, chiamata nello Zodiaco egiziano di Denderah, “colui che soggioga” e talvolta “il domatore”, colui che può incatenare la donna sul trono e conquistare il mostro. Si dice che Perseo possedesse l’elmo dell’invisibilità, i sandali della velocità, lo scudo della saggezza e la spada dello spirito. Così Ercole si vide riflesso nei cieli e quando si accinse a catturare le giumente antropofaghe, scoprì in se stesso la garanzia del conseguimento finale, anche se, al momento, le difficoltà che si trovava di fronte sembravano insuperabili.

Perseo 2

Bibliografia:

[1] Alice Bailey – Trattato dei Sette Raggi – Vol.III – Astrologia Esoterica – Il Libraio delle Stelle.

[2] Alice Bailey – Le Fatiche di Ercole – Il Libraio delle Stelle.

Continua leggendo:

– ASTROLOGIA ESOTERICA E LE FATICHE DI ERCOLE

 IL SIGNIFICATO ESOTERICO DEL MITO DI ERCOLE E DELLE SUE DODICI FATICHE

– TORO – LA SECONDA FATICA DI ERCOLE
 – La Cattura del Toro di Creta

ASTROLOGIA ESOTERICA E LE FATICHE DI ERCOLE

Perché è importante lo studio dell’Astrologia?

Eufonia

L’esoterismo insegna (e la scienza odierna sta rapidamente arrivando alle stesse conclusioni) che sotto il corpo fisico, col suo intricato e fitto sistema nervoso, sta un corpo eterico o vitale, controparte e vera forma dell’aspetto esteriore fenomenico e tangibile. Il corpo eterico è stato descritto come una rete permeata di fuoco, o come un tessuto animato di luce dorata. È composto di quella materia del piano fisico che chiamiamo eterica, e la sua forma è il risultato di un intreccio di fili sottili di questa materia, secondo una forma, o stampo, su cui potrà essere più tardi modellato il corpo fisico denso. La materia più densa del piano fisico è fatta aderire a questa forma vitalizzata grazie alla Legge di Attrazione, e vi è adattata gradatamente intorno e dentro finché l’interpenetrazione e così completa che le due forme costituiscono una sola unità; quindi il corpo eterico è il modello del corpo fisico.

corpo etericoIl corpo eterico è costituito da dei centri che nascono dall’incrocio di grandi correnti di energia nella testa e lungo la spina dorsale, che chiamiamo chakra. Questi, oltre a vitalizzare e infondere energia al corpo fisico (ricezione e assimilazione del Prana), ricevono e trasmettono (ma non originano) le impressioni e le energie che giungono dal piano fisico ed oggettivo (l’ambiente) e da quelli sottili e soggettivi (il mondo astrale, mentale, dell’anima e dello Spirito). Il corpo eterico deve sempre, e lo fa invariabilmente, agire da mezzo di trasmissione delle energie interiori al piano esteriore, e il corpo fisico deve imparare a rispondere e riconoscere quanto è trasmesso. L’efficacia della trasmissione e l’azione fisica risultante dipendono sempre dai centri, che a loro volta condizionano le ghiandole; queste poi determinano la natura dell’uomo e la coscienza che questi esprime. Se i centri sono desti e ricettivi, l’apparato fisico risponderà alle forze che lo percorrono. Se invece sono inerti, e quindi poca forza può essere trasmessa, il fisico sarà altrettanto lento e non in grado di rispondere.
Fatta questa breve premessa, occorre considerare due postulati importanti:

Il primo è che niente esiste nell’universo manifestato – solare, planetario, o nei vari regni della natura – che non possegga una forma composta di qualche tipo di energia, sottile, intangibile, eppure sostanziale, la quale domina, governa e condiziona il corpo fisico esterno. Tale forma sottile è il corpo eterico.

Il secondo è che ogni organismo esistente entro qualsiasi forma; tutti gli aspetti della vita manifestata in ogni regno della natura sono intimamente collegati fra loro mediante il corpo eterico planetario (di cui tutti i corpi eterici sono parte integrante) che sottostà a tutto ciò che esiste.

corpo eterico 2Quindi il corpo il corpo eterico individuale non è un veicolo umano isolato e separato ma, in senso peculiare, è parte integrante del corpo eterico di quella entità che chiamata “famiglia umana”; questa, per suo tramite, è componente integrante del corpo eterico planetario, il quale non è affatto distinto dal corpo eterico degli altri pianeti, ma tutti quanti insieme formano, con quello del Sole, il corpo eterico del sistema solare.

Quest’ultimo a sua volta è connesso ai corpi eterici di altri sistemi solari che, con esso, costituiscono un’unità cosmica e in cui fluiscono energie e forze da certe grandi costellazioni. Il campo dello spazio è di natura eterica ed è composto dalla totalità dei corpi eterici di tutte le costellazioni, di tutti i sistemi solari e dei pianeti che contiene. In quest’aureo tessuto cosmico circolano di continuo energie e forze, e questa è la base scientifica delle teorie astrologiche. Come le forze del pianeta e dell’uomo interiore spirituale (menzionando solo uno dei tanti fattori) fluiscono nel corpo eterico dell’individuo sul piano fisico e ne condizionano le espressioni, le attività e le qualità, così le mutevoli forze dell’universo scorrono in ogni parte dell’insieme eterico dell’entità che chiamiamo spazio, e condizionano e determinano l’espressione, l’attività e la qualità di tutte le forme che il cosmo racchiude.

Ecco perché lo studio e la conoscenza astrologica sia exoterica che esoterica è molto importante. 

Cos’è l’astrologia esoterica?

L’Astrologia è una scienza che studia le cause che condizionano (ma non determinano) l’espressione, l’attività e la qualità di tutte le forme che il cosmo racchiude. Circoscrivendola al regno umano, studia gli influssi energetici provenienti da costellazioni e pianeti con cui l’uomo viene in contatto e condizionato.

La vita dell’uomo comune, che non è entrato in senso occulto nel sentiero detto spirituale, èastrologia (1) legata “sulla ruota dello zodiaco che gira in senso orario”, da Ariete a Toro passando per Pesci (Ariete, Pesci, Acquario, Capricorno, ecc. e così via in tutti gli altri, fino al ritorno in Ariete). Di questo studio se ne occupa l’astrologia ortodossa o exoterica.

Quando l’uomo emerge dall’illusione e non è più avvinto all’incantesimo e all’effetto di maya, il moto della grande Ruota della Vita s’inverte ed egli comincia (lentamente e a fatica) a procedere nel senso opposto. Passa allora attraverso i segni da Ariete a Pesci in senso antiorario (Ariete, Toro, Gemelli, ecc., fino ai Pesci). Coscientemente e con pazienza, assoggetta l’intera personalità al maestro interiore, inizia a vivere come anima che lotta verso la luce finché, al termine della via in Pesci, emerge come Vincitore e Salvatore del Mondo. Allora apprende cos’è il trionfo sulla morte, poiché ha superato e vinto il desiderio. Della vita quindi dell’aspirante al sentiero, del discepolo e dell’iniziato, così chiamati nelle scuole esoteriche, se ne occupa l’astrologia esoterica.

Nello studio dell’astrologia ci sono tanti fattori da tenere in considerazione, quali

– La nota fondamentale del segno, la quale esprime l’effetto interiore prodotto nell’uomo che avanza sul sentiero sia involutivo verso la materia sia evolutivo verso lo Spirito.

L’influsso dei pianeti Reggenti sia di quelli exoterici o ortodossi che riguardano la vita della

personalità sia di quelli esoterici e che riguardano la vita dell’anima che evolve nella forma

I Raggi che si esprimono tramite il segno.

– Il rapporto fra un segno e il suo opposto polare.

– La parola chiave o il motto di ogni segno.

Le croci (cardinale, fissa e mobile) a cui appartiene un segno ed i pianeti che sono esaltati o in detrimento o che cadono nei vari segni poiché questo studio rivela le tre fasi del Sentiero: il ciclo involutivo, del crescente coinvolgimento nella materia, ossia la vita sulla Croce Mobile; l’interludio di riadattamento o di lotta per la liberazione che conduce sulla Croce Fissa; infine la liberazione, sulla Croce Cardinale.

Il Segno del Sole. Indica il problema presente dell’uomo; stabilisce il passo o il ritmo della vita della personalità; concerne la qualità, il carattere e le tendenze che premono per esprimersi durante quell’incarnazione, e denota l’aspetto “rajas” o attività innata dell’uomo. Fondamentalmente le sue forze segnalano la linea di minor resistenza.

L’Ascendente. Mostra la vita voluta o la meta immediata ricercata dall’anima per quell’incarnazione. Tiene in serbo il segreto del futuro e mostra la forza che, se ben usata, condurrà al successo. Rappresenta l’aspetto “sattva” o armonia della vita, e può determinare il giusto rapporto fra anima e personalità in qualsiasi incarnazione. Esso mostra quindi come riconoscere la forza dell’anima.

La Luna. Questa forza (che proviene da alcuni pianeti e non dalla Luna, la quale li vela) rivela il passato. Riassume pertanto le limitazioni e gli ostacoli attuali. Governa il corpo fisico e indica dove si trova la prigione dell’anima.

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Qual’è l’analogia con le fatiche di Ercole?

Le fatiche di Ercole danno un quadro sintetico del progresso dell’anima dall’ignoranza alla saggezza, dal desiderio materiale alla realizzazione spirituale, sì che il fine possa esser visto sin dall’inizio e un’intelligente cooperazione con il disegno dell’anima prenda il posto di uno sforzo cieco.

Con la storia di Ercole viene mostrata come egli, nelle sue dodici fatiche, recitò la parte dell’aspirante sul Sentiero del Discepolato. Ercole rappresenta il Figlio di Dio, incarnato ma non ancora perfetto, che prende nelle sue mani la natura inferiore e l’assoggetta con la volontà alla disciplina affinché possa infine far emergere la divinità. Nelle dodici fatiche d’Ercole è descritto il Sentiero del Discepolo e le sue esperienze, preparatorie al gran ciclo conclusivo dell’Iniziazione.

case zodiacoNello studiare le dodici fatiche, seguiamo il cammino di Ercole mentre percorre lo Zodiaco dal segno dell’Ariete, che è il segno dell’inizio, attraverso il Toro, i Gemelli, ecc., (in senso antiorario), fino ai Pesci, il segno della morte e del compimento.

La fatica divenne possibile soltanto per le caratteristiche conferite ad Ercole da quel particolare segno. Ogni segno assoggetta l’uomo che opera sotto il suo influsso a certe forze ben distinte, munendolo di certe tendenze. Sono queste che dobbiamo comprendere se vogliamo far emergere il significato della prova.

Connesse ad ogni segno dello Zodiaco, troveremo altre tre costellazioni, le quali simbolicamente (e spesso in modo stupefacente) rappresentano il problema del discepolo e ne indicano la soluzione. Sono queste che dobbiamo tenere in considerazione, poiché la fatica, il segno e le costellazioni, assieme alle forze liberate dalla loro combinazione, costituiscono una storia completa, colma d’elementi istruttivi.

Il segno ci dà il campo d’attività dell’anima.

La fatica che vi si svolge dà un quadro del lavoro del discepolo che vive sul piano fisico e che cerca di dimostrare sul campo di battaglia del mondo la sua innata divinità ed i suoi poteri latenti.

Le tre costellazioni simboleggiano il triplice aspetto dello spirito.

Bibiliografia

[1] Alice Bailey – Trattato dei Sette Raggi – Vol.III – Astrologia Esoterica – Il Libraio delle Stelle.

[2] Alice Bailey – Le Fatiche di Ercole – Il Libraio delle Stelle.

[3] Alice Bailey – Telepatia ed il veicolo eterico – Il Libraio delle Stelle.

Continua leggendo:

– ARIETE – LA PRIMA FATICA DI ERCOLE – La cattura delle giumente antropofaghe.

 IL SIGNIFICATO ESOTERICO DEL MITO DI ERCOLE E DELLE SUE DODICI FATICHE

IL POTERE DELLE FORME PENSIERO (IL FENOMENO DELLA RISONANZA, DEI LEGAMI ED IL RUOLO DEGLI ELEMENTALI COINVOLTI IN QUESTO PROCESSO)

[Estratto dal libro di Hermes – Il Fiore della Vita]

 

 

Molecular Thoughts

La risonanza è la magia dell’amante che, trascendendo ogni confine spazio temporale, entra in connessione con l’amato; Il suono di un diapason, che riesce a far vibrare l’altro, se accordato alla stessa frequenza. La risonanza è sintonizzazione energetica di due o più frequenze vibranti all’unisono; disponendo a fianco due pendoli, questi tenderanno a sintonizzare il proprio movimento oscillatorio, assumendo lo stesso ritmo; l’uno risuonerà alla frequenza dell’altro. La risonanza è una Legge dell’Amore, di attrazione magnetica. Tutto è energia vibrante a una determinata frequenza; quando il colore e il suono trovano rispondenza uguale, avviene la magia della risonanza. è una legge riscontrabile in ogni piano e in ogni corpo; avviene anche nell’incontro ancestrale fra due persone apparentemente estranee. Quando entrano in risonanza il riconoscimento sarà immediato, anche se il cervello non trova una spiegazione razionale all’evento. Gli incontri possono essere riferiti a vite precedenti o di affinità energetiche fra le personalità o l’anima.

Siamo degli oscillatori, il nostro cuore e la nostra mente, sono come una cassa di risonanza; possiamo sintonizzarli su qualsiasi frequenza e percepire qualunque vibrazione al di là di tempo e spazio, confini che non esistono per l’energia. Possiamo abbassarla o elevarla entro i limiti della nostra consapevolezza su qualsiasi oggetto, fenomeno o persona, in modo da conoscerli dall’interno e dall’unione che si genera. Lo yoga è anche questo, conoscenza soggettiva che vede l’amato, l’amante e l’amore fusi in un’unico essere.

La risonanza è la Legge dell’energia e quest’ultima segue il pensiero per poi trasformarsi in emozione e precipitare sul piano fisico.

Ogni qualvolta l’uomo pensa lui co-crea, plasma e modella un’essenza intelligente chiamata elementale astrale. Tale essenza, risponde in una frazione infinitesima di secondo alla vibrazione del pensiero del tutto inconscio o conscio della volontà e desiderio umano, cessando così di appartenere alla categoria di elementale astrale per entrare in un’altra chiamata dagli esoteristi “elementali artificiali”. Agli occhi dei chiaroveggenti i pensieri sono letteralmente cose, proprio come può esserlo un arcobaleno; l’essenza elementale, sensibile a tale energia umana, assume la forma propria del pensiero, avente la stessa natura di luce dell’arcobaleno, ma non visibile con il normale senso della vista; tale essenza, possiede inoltre una durata di vita evanescente pari a quella dell’impulso che la creò. Al cessare di tale energia, infatti essa ricade nella massa indifferenziata tipica degli elementali astrali da cui scaturì. Un elementale perciò è una forza latente messa in moto da un potere esterno come ad esempio il desiderio o la volontà umana. A ragion di ciò deriva la massima riferita da A. Bailey: “L’energia segue il pensiero”.

Alcuni elementali artificiali (le cosiddette forme pensiero) durano alcuni minuti, altri ore, altri ancora giorni o anni. L’uomo né crea costantemente e in maniera inconsapevole. Nel caso di pensieri vaghi e generici, essi possono distaccarsi dal pensatore e fluttuare nell’etere in attesa di trovare risposta da qualcuno con vibrazioni analoghe. Ogni elementale, come qualsiasi altro essere vivente cerca di prolungare la sua vita tendendo a stimolare il suo creatore o le persone con cui viene in contatto, affinché esse lo alimentino di energia.

Molto spesso, i pensieri dell’uomo, sono molto egoistici ed egocentrici proiettati sul desiderio di fama, notorietà, lussuria, etc. In questo caso, l’elementale artificiale accompagnerà il suo creatore alimentando quel pensiero stesso. Non si verranno a creare nuovi elementali ma si accrescerà il potere del vecchio. Mi riferisco ai pensieri dell’appagamento di un proprio successo personale o a quello della realizzazione di un sogno come per esempio l’acquisto della casa. Questi pensieri possono assumere il carattere della ciclicità e perciò divenire ossessivi, quando accade, questi, riescono addirittura a devitalizzare lo stesso creatore che li generò.

Esistono casi in cui gli elementali artificiali possano essere inviati attraverso un comando mentale alla persona o individuo destinatario di detto pensiero; in questo caso potrebbe trattarsi sia di un pensiero benevolo o positivo che di uno negativo o maligno. Più il pensiero sarà preciso e chiaro nel suo intento, accompagnato da una salda concentrazione e desiderio, più grande sarà la sua forza ed efficacia. È ad esempio l’amore per i propri cari, l’amore di una madre per il figlio che crea in loro una protezione molto forte e di vibrazione elevata, in quanto: “l’amore è uno scudo molto potente che non conosce limiti spazio-temporali”.

Noi esseri umani possediamo un grande potere latente e inconscio dentro di noi, che mal dirigiamo e usiamo. Questo potere è quello a cui alludeva il Cristo quando disse: “se avrete fede pari a un granello di senapa potrete spostare le montagne.

Allo stesso modo, tale Legge è uguale anche per i pensieri carichi di odio, rabbia, critica, paura, invidia etc.. Gli elementali artificiali in quel caso assumono forme di creature orribili. Un uomo con tali pensieri è capace di creare un atmosfera di esseri ripugnanti che l’accompagneranno lungo il suo percorso, essendo un pericolo per sé stesso e per tutti coloro che gli staranno attorno. Ogni singolo pensiero diretto verso una persona specifica, realizzerà, come controparte, un elementale di invidia di odio o di Amore, verso quel soggetto pensato. Nel caso di un pensiero amorevole o benevolo questo non farà altro che accrescerne le qualità condividendo la propria natura con con quella del destinatario, ma nel caso dell’odio, dell’invidia e di altri pensieri malevoli tale entità creata mentalmente, possiede nel momento della creazione una propria natura interagente ed indipendente, pronta a colpire il destinatario oggetto del pensiero sui propri punti deboli, difetti o manchevolezze. Pertanto questa entità è capace di leggere la natura emotiva del destinatario ed agire indisturbata nel tempo non appena il soggetto in questione avrà abbassato la propria guardia.

Qui entra in gioco il fenomeno della risonanza. Affinché un elementale artificiale possa compiere la propria opera, (nel caso di un pensiero amorevole o di uno maligno), è importante che esso possa trovare una rispondenza verso la persona a cui sia stato indirizzato. La persona per divenire vittima del carnefice deve avere una vibrazione, una frequenza o una tendenza analoga alla vibrazione e frequenza dell’elementale artificiale in questione e quindi della forma pensiero inviata contro di lui o presente nell’etere.

La risonanza avviene solo se ci si connette alla stessa frequenza, vedete dunque quanto sia importante coltivare l’innocuità nelle proprie vite? Il mondo è pieno di demoni vaganti creati dalle forme pensiero basse e rozze dell’uomo, da dogmi e fanatismi, da paure e odio, da magie e rituali a fini egoistici, ma se nel terreno del cuore non alberga nessun seme di quell’ignoranza e illusione come potrebbe crescere quell’erbaccia? L’Amore e l’innocuità quando realmente praticate sono il più potente scudo che sia mai esistito; la più alta forma di magia perché propria dell’anima. Anche se un uomo dovesse praticare magia nera, questa sarebbe limitata alla sfera del piano astrale e degli altri più bassi del piano mentale ma non oltre; l’Amore dell’Anima invece supera di gran lunga tutto quello che ho precedentemente citato. Possiede una frequenza così pura ed elevata che quell’energia non troverebbe alcuna rispondenza. Cosa accadrebbe allora? La forma pensiero per una legge ben precisa tornerebbe indietro a scagliarsi sul suo creatore e in quel caso troverebbe certamente una vibrazione analoga alla propria. Qualora quest’ultimo abbia controllo sugli elementali artificiali e potere di riuscire a evitare ciò, la forma pensiero diventerebbe un demone vagante nell’etere alla mercé di chiunque, pronta ad attaccarsi a tutti coloro che nutrono sentimenti affini. Questo tuttavia non vuol dire che il karma non agirà contro il suo creatore; alla fine tutti paghiamo i debiti o riscuotiamo i crediti delle azioni, parole e pensieri messe in moto da noi stessi.

Siamo noi i registi e gli attori, i carnefici e le vittime in questa commedia e tragedia della vita. Il potere del pensiero è ancora molto sottovalutato, e ogni uomo deve rendersene conto autonomamente attraverso una reale presa di coscienza personale.

Se i figli degli uomini si rendessero conto che a causa della disposizione a cadere sotto il dominio lunare, spingono le minuscole vite del loro piccolo sistema ancora più profonda-mente nella tenebra della ignoranza, forse potrebbero assumere più rapidamente le loro giuste responsabilità. Se si rendessero conto che con lo sforzo costante di imporre il ritmo del Signore solare all’aggregato di signori lunari, farebbero progredire queste vite verso lo sviluppo autocosciente, essi forse agirebbero con maggior zelo ed intelligenza”.

Ogni volta che il nostro pensiero o parole o azioni cadono nella trappola dell’illusione e dell’ignoranza, producono vibrazioni molto grossolane e rozze. Gli elementali astrali coinvolti nel loro lavoro di creazione della forma pensiero, rispondono sprofondando nel dolore, nell’illusione e nell’ignoranza, rallentando così anche la loro evoluzione. Nel caso contrario quelle piccole vite progrediranno prendendo parte, nel loro piccolo, al percorso di crescita interiore.

L’uomo è un liberatore, ha un immenso potere latente celato nel cuore, e quando se né renderà conto, cambierà se stesso e il suo approccio alla vita. Si decentrerà dalla personalità separativa per centrarsi nell’anima. Essa vibra e risuona ad alte frequenze, è il primo diapason; per poterla sperimentare, occorrerà entrarci in risonanza, eguagliandola in frequenza, suono e colore. Quando ciò avverrà a quel punto avverrà la magia, fra personalità ed Anima ci sarà un’unico suono, un’unica luce e vita irradiante, magnetica e liberatrice, proprio come lo fu quella del Buddha in India e del Cristo in Galilea.

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IL SIGNIFICATO ESOTERICO DEL MITO DI ERCOLE E DELLE SUE DODICI FATICHE

Le fatiche di ercoleEracle (Ercole dei romani), figlio di Alcmena e di Zeus (Giove), per metà umano per l’altra divino, rappresenta il figlio di Dio incarnato ma non ancora perfetto, che prende nelle sue mani la natura inferiore e l’assoggetta con la volontà alla disciplina affinché possa far emergere la divinità.

Egli perciò prende in mano la sua vita e decide di affrontare il suo viaggio interiore costernato e saggiato dalle dodici fatiche. Queste imprese erculee danno un quadro sintetico del progresso dell’anima dall’ignoranza alla saggezza, dal desiderio materiale alla realizzazione spirituale, sì che il fine possa esser visto sin dall’inizio e un’intelligente cooperazione con il disegno dell’anima prenda il posto di uno sforzo cieco.

Così, con la storia di Ercole viene mostrata come egli, nelle sue dodici fatiche, recitò la parte dell’aspirante sul Sentiero del Discepolato che per mezzo dei suoi fallimenti e successi, dei dolori e gioie provate e di tutte le sue esperienze preparatorie al gran ciclo conclusivo, giunge così all’iniziazione penetrando nei misteri dell’Universo e nel regno spirituale. 

IL MITO

“Egli stava di fronte al suo Maestro. Comprendeva vagamente che una crisi incombeva su di lui e che questa avrebbe prodotto in lui un cambiamento nella parola, nell’atteggiamento e nel proposito. Il Maestro lo guardò con amore.

“Il tuo nome?” chiese, rimanendo in attesa di una risposta.

“Eracle o Ercole”, fu la risposta. “Mi dicono che significhi gloria rara di Era, radiosità e fulgore dell’anima. Cos’è l’anima, Maestro? Dimmi la verità.”

“Questa tua anima devi scoprirla svolgendo il tuo compito, trovando ed usando la natura che è in te. Chi sono i tuoi genitori? Dimmi questo, figlio mio.”

“Mio Padre è divino. Non lo conosco se non in quanto so nel mio intimo di essere Suo figlio. Mia madre è terrena. Io la conosco bene ed ella mi ha fatto come mi vedi. Nello stesso modo, o Maestro della mia vita, io sono uno dei gemelli. Vi è un altro, che mi assomiglia. Conosco bene anche lui, eppure non lo conosco. Uno è della terra, quindi terreno, l’altro è un figlio di Dio”.

“Che mi dici della tua esperienza, Ercole, figlio mio? Cosa sai fare e cosa ti hanno insegnato?”

“Sono abile in tutto ciò che faccio; sono stato ben istruito, ben allevato, ben guidato e sono ben conosciuto. Conosco tutti i libri e anche tutte le arti e le scienze; conosco la fatica dei campi, oltre a tutto ciò che sanno coloro che possono permettersi di viaggiare e conoscere gli uomini. Conosco me stesso come un essere che pensa, che sente e che vive.

“Una cosa debbo dirti, Maestro, per non ingannarti. Sappi che non molto tempo fa uccisi tutti coloro che in passato mi avevano insegnato. Uccisi i miei insegnanti e, nella mia ricerca di libertà, ora sono libero. Cerco di conoscere me stesso, entro di me e tramite me.”

“Figlio mio, quella fu un’azione saggia e ora ti ritrovi libero. Mettiti al lavoro e ricorda, nel farlo, che nella parte finale della ruota della vita arriverà il mistero della morte. Non dimenticarlo. Che età hai figlio mio?”

“Avevo passato diciotto estati quando uccisi il leone di cui porto la pelle. A ventun anni incontrai la mia sposa. Oggi sto dinanzi a te tre volte libero: libero dai miei antichi insegnanti, libero dalla paura della paura e libero in verità da ogni desiderio.”

“Non vantarti, figlio mio, ma dimostrami la natura della libertà che senti in te. Tornando nel segno del Leone incontrerai il leone. Cosa farai? Nei Gemelli, gli insegnanti che hai ucciso ti attraverseranno nuovamente la via. Li hai veramente lasciati alle spalle? Cosa farai? Di nuovo in Scorpione dovrai combattere il desiderio. Rimarrai libero o il serpente ti sfiderà coi suoi allettamenti facendoti cadere di nuovo a terra? Cosa farai? Preparati a provare le tue parole e la tua libertà. Non gloriarti, figlio mio, ma provami la tua libertà ed il tuo profondo desiderio di servire.”

Il Maestro tacque, Ercole si ritirò e si volse a guardare la prima grande Porta. Colui che presiedeva la Camera del Consiglio del Signore chiese al Maestro di chiamare gli dèi perché fossero testimoni degli sforzi del nuovo discepolo e lo indirizzassero sul Sentiero. Il Maestro chiamò. Gli dèi risposero. Vennero e diedero ad Ercole i loro doni e numerosi e saggi consigli, poiché conoscevano il compito che l’attendeva e i pericoli del Sentiero.

Minerva gli consegnò una veste intessuta da lei stessa, di rara bellezza e finezza. Trionfante e orgoglioso la indossò, esultando nella sua gioventù. Doveva ancora dar prova di sé.

Vulcano forgiò per Ercole una corazza dorata per proteggere il suo cuore, fonte di vita e di forza. Il nuovo discepolo si cinse del dono splendente e, così protetto, si sentì sicuro. Ma egli doveva ancora provare la sua forza.

Nettuno arrivò con una coppia di cavalli e ne porse le redini ad Ercole. Essi venivano direttamente dalle acque, erano di rara bellezza e di provato vigore. Ercole ne fu lieto, perché doveva ora provare la sua capacità di montare la coppia di cavalli.

Parlando con grazia ed arguzia, venne Mercurio portando una spada di rara fattura che offrì, in un fodero d’argento, ad Ercole e l’assicurò bene al suo fianco, raccomandandogli di mantenerla sempre ben affilata e splendente. “Essa deve separare e tagliare”, disse Mercurio, “e devi maneggiarla con precisione e abilità”. Ercole ringraziò con gioia. Doveva ora dar prova della sua vantata perizia.

Al suon di trombe e scalpitio di zoccoli il carro del Dio Sole apparve in un lampo. Ne scese Apollo, che con la luce e il suo fascino incoraggiò Ercole e gli diede un arco, un arco di luce. Il discepolo deve attraversare nove Porte aperte prima di acquistare la capacità necessaria per tirare con quell’arco. Ercole aveva impiegato tutto quel tempo per provare di essere un Arciere. Perciò quando il dono gli fu offerto, Ercole lo prese confidando nel suo potere, un potere non ancora provato.

Così fu pronto. Gli dèi circondarono il suo Maestro e osservarono le sue bizzarrie e la sua gioia. Ercole scherzava davanti agli dèi, mostrando le sue prodezze e vantando la sua forza. Improvvisamente si fermò e rifletté a lungo; diede poi da tenere i cavalli ad un amico, la spada ad un altro e l’arco ad un terzo. Infine sparì correndo in un bosco vicino.

Gli dèi attesero il suo ritorno, perplessi e dubbiosi per il suo strano comportamento. Quando tornò dal bosco, brandiva una clava di legno tagliata da un robusto albero.

“Questa è soltanto mia”, gridò, “nessuno me l’ha data. Questa posso usarla con efficacia. O dèi, guardate le mie grandi imprese.”
Allora, e solo allora, il Maestro disse: “Và, affronta le tue fatiche.”

SPIEGAZIONE DEL MITO

“Ercole, per volontà di Giove, fu soggetto al potere di Euristeo e costretto ad obbedirgli in tutto. Egli consultò l’oracolo di Apollo e gli fu detto che doveva sottostare alla volontà di Euristeo per dodici anni, secondo gli ordini di Giove; e che, dopo aver compiute le famose fatiche, sarebbe assurto agli dèi.”

Così egli iniziò il suo percorso come discepolo, al comando della sua anima e affrontò le dodici fatiche, una per ogni segno dello zodiaco. Egli quindi rappresenta ogni discepolo che cerca di calcare il sentiero e di dimostrare il controllo sulla propria natura”.

Questa storia è bellissima, molto mistica e piena di simbolismi. 

Il primo è il nome.  Il suo antico nome era Alkeide, che fu mutato poi in Ercole dopo che ebbe una strana esperienza e prima che cominciasse le sue fatiche. Il nome Ercole, in origine, era Eracle, che significa “gloria di Era”. Era rappresenta Psiche, o l’anima, per cui il suo nome esprimeva la sua missione, che era quella di manifestare col lavoro concreto, sul piano fisico, la gloria e il potere della sua innata divinità.

Il secondo simbolo parla di Padre divino e madre terrena. Padre-Spirito e Madre-Materia s’incontrano nell’uomo ed il lavoro del discepolo diventa quello di liberarsi dai vincoli della madre e rispondere così all’amore del Padre.

Questa dualità emerge anche dal fatto che egli era uno dei gemelli. Leggiamo infatti che uno dei gemelli fu generato da un padre terreno, mentre l’altro era figlio di Zeus. Questa è la grande realizzazione a cui giunge ogni essere umano evoluto e cosciente di sé. Egli diventa consapevole di due aspetti nella sua natura. Uno è la personalità ben sviluppata ed altamente organizzata attraverso la quale abitualmente egli si esprime (mentale, emotiva e fisica), con tutte e tre le parti coordinate in un’unità integrata. L’altra è la natura spirituale, con i suoi impulsi e le sue intuizioni, la sua costante spinta verso il divino e il conseguente conflitto scaturito dalla consapevolezza di tale dualità.

Vi è anche un altro piccolo fatto interessante nella storia della sua vita, che ha attinenza con questa stessa verità. Si dice che, ancora bambino, Ercole uccise il suo gemello. Così egli non era più un’entità divisa, non era più una dualità, ma un’unità formata da anima e corpo. Questa condizione denota sempre lo stadio del discepolo. Egli ha raggiunto l’“unificazione” e sa di essere un’anima in un corpo e non un’anima ed un corpo e questa consapevolezza dovrà ora guidare tutte le sue azioni

La storia racconta che, ancora nella culla, il vigoroso bambino uccise due serpenti, ponendo di nuovo l’accento sulla dualità. Con questo atto egli anticipò il proprio futuro, nel quale avrebbe dimostrato che la natura fisica non lo dominava più, che poteva strangolare il serpente della materia e che la grande illusione non lo teneva più prigioniero. Egli uccise il serpente della materia ed il serpente dell’illusione. Studiando la simbologia del serpente, lo troveremo rappresentato in tre modi: uno rappresenta la materia, l’altro l’illusione e il terzo la saggezza. Quest’ultimo si manifesta solamente quando gli altri due siano stati uccisi.

Ogni discepolo, se veramente degno di tal nome, deve essere un membro molto evoluto della famiglia umana. Le tre parti della sua natura devono essere sviluppate; la sua mente deve essere ben fornita e funzionare bene ed egli deve sapere come usarla, la sua natura emotiva deve rispondere ad ogni tipo di contatto ed il suo corpo fisico deve essere un mezzo adeguato ad esprimere l’anima che vi dimora ed essere equipaggiato per affrontare i compiti per i quali l’uomo si è impegnato.

Così Ercole fu istruito in tutte le arti e poté sedere fra i pensatori del suo tempo. Si dice anche che egli fosse alto quattro cubiti, espressione simbolica per dire che egli aveva conseguito il pieno sviluppo di tutti gli aspetti della sua quadruplice personalità. L’uomo è il cubo, “la città quadrata”. Fisicamente, emotivamente e mentalmente egli aveva raggiunto un buono sviluppo e a questi tre fattori ne aggiunse un quarto: un’anima pienamente cosciente del suo meccanismo, la personalità integrata.

Il terzo simbolismo è dato che giunto all’età adulta ed avendo appreso tutto ciò che il mondo poteva dargli, si racconta che egli uccise i suoi istruttori. Li uccise tutti e si sbarazzò di loro! Perché? Perché a quel punto poteva reggersi sulle proprie gambe, trarre le sue conclusioni, guidare la propria vita e risolvere i propri problemi. Era necessario per lui, quindi, liberarsi di tutti coloro che volevano controllarlo. Doveva sfuggire alla loro autorità, trovare la propria strada e stabilire il proprio rapporto con la vita. Questo è lo stadio in cui molti aspiranti si trovano attualmente. Essi posseggono molta teoria, hanno una conoscenza tecnica relativamente vasta della natura del Sentiero e di ciò che debbono fare per calcarlo, ma non si reggono ancora sulle loro gambe e non si avventurano su di esso da soli e senza aiuto. Hanno bisogno di un appoggio e cercano delle persone che dicano loro cosa devono fare e a che cosa devono credere. Nella terza fatica, nel segno dei Gemelli, che Ercole fu provato su questo punto e che doveva dimostrare che era nel giusto nel fare questo passo. A questo punto farà l’interessante scoperta di non essere così libero e forte come, nel suo entusiasmo giovanile, aveva creduto di essere.

Il quarto simbolismo è dato che Si dice che, all’età di diciotto anni, Ercole uccise un leone che devastava le campagne e anche che cominciò a compiere altri servizi per il prossimo così che, a poco a poco, si fece un nome fra la gente. Diciotto è sempre un numero significativo. In esso vi è il numero dieci, che è il numero della perfezione della personalità, più il numero otto che, a detta di alcuni numerologi, è il numero della forza Cristica. È l’energia del Cristo, che cerca di esprimersi nel nuovo ciclo del discepolato, a causare gli stati di confusione e le difficoltà caratteristiche di questo stadio. Questo è ciò che Ercole, all’età di diciotto anni, si appresta a fare. Egli deve calcare il Sentiero ove tutte le cose celate devono essere portate alla luce; egli ha raggiunto lo stadio nel quale può conseguire la conoscenza di se stesso e cominciare a studiare le forze nascoste della natura. Questo è il compito di tutti i discepoli.

Il quinto simbolismo è il matrimonio e la nascita di tre bambini, modo simbolico di esprimere la sua unione con Psiche, l’anima. Da quest’unione nacquero, o cominciarono a manifestarsi, i tre aspetti dell’anima. Egli iniziò a conoscere la natura della volontà spirituale e ad usarla per dirigere la propria vita. Sperimentò gli effetti dell’amore spirituale e divenne cosciente della necessità di servire. La mente spirituale cominciò a rivelargli la verità ed egli ne vide il proposito sottostante. Queste sono le corrispondenze superiori dei tre aspetti della personalità: la sua mente, la sua natura emotiva e il suo corpo fisico. Osserviamo ora che Ercole attraversava un momento particolare. Nelle antiche storie si legge che Era (Psiche o l’anima) lo fece impazzire. Lo indusse alla pazzia con la gelosia e, mentre si trovava in quello strano stato, si legge che egli uccise i suoi figli, i suoi amici e chiunque fosse in rapporto con lui. Non si potrebbe intendere, a questo proposito, che egli attraversasse quello stato, comune a tutti i principianti sul Sentiero del Discepolato, nel quale una coscienza morbosa sacrifica tutto e tutti allo sviluppo della propria anima? Questo è un errore molto comune negli aspiranti. Manca loro spesso il senso delle proporzioni ed il senso dei valori è distorto. Una vita sana ed equilibrata, ideale per un figlio di Dio, viene subordinata alla fanatica determinazione nel perseguire il proprio progresso spirituale. L’ambizione spirituale influenza l’aspirante, che diviene distruttivo, squilibrato e di solito è estremamente difficile vivere con lui. C’è molta saggezza nell’ingiunzione biblica: “Non siate troppo virtuosi, altrimenti perché dovreste morire?”

Quando Ercole guarì dalla sua follia – come fortunatamente avvenne – si dice che gli fu dato un nuovo nome, gli fu assegnata una nuova abitazione e dodici fatiche da compiere. Gli furono dette queste parole: “Da questo giorno in poi il tuo nome non sarà più Alkeide, ma Eracle. Devi stabilire la tua dimora a Tiro e lì, nel servizio, compirai le tue prove. Quando ciò sarà compiuto, diventerai uno degli Immortali”. 

Infine l’ultimo simbolismo della storia è dato dai doni degli dei. Ora, avendo Ercole raggiunto la maturità e sviluppato le caratteristiche necessarie per la sua missione, leggiamo che gli dèi e le dee fecero del loro meglio per equipaggiarlo per il lavoro che doveva svolgere. Egli aveva ricevuto tutto ciò che il mondo poteva dargli; ora gli venivano conferiti i poteri dell’anima ed egli doveva imparare ad usarli. 

Minerva gli aveva dato una magnifica veste, ma poiché sappiamo che egli non la indossò mai, dobbiamo dedurre che essa avesse un significato simbolico. È opinione generale che la veste sia il simbolo della vocazione. La saggezza conseguita da Ercole in seguito all’unione con l’anima, impresse in lui il senso della vocazione. Egli si era impegnato ad una vita spirituale e nulla poteva distoglierlo. 

Vulcano gli offrì una corazza d’oro, magnetica e protettiva, simbolo dell’energia emanante dalle fonti elevate del potere spirituale, che gli avrebbe permesso di intraprendere le dodici fatiche e di procedere senza timore. 

Da Nettuno, il dio delle acque, ebbe i cavalli. La simbologia sottintesa da questo dono è molto interessante. I cavalli, così come Nettuno, il dio delle acque e divinità della natura emozionale, stanno per la capacità di essere trascinati o da una linea di pensiero o da una reazione emotiva. Questa natura fluida, emotiva, con la sua sensibilità e la sua capacità di sentire, se giustamente impiegata e subordinata ai fini divini, è una delle più grandi qualità che un discepolo possieda. Con l’aiuto di Nettuno e dei suoi veloci destrieri, Ercole poteva entrare in rapporto con le più remote sfere nelle quali si sarebbero svolte le sue imprese.

Attraverso la sensibilità emotiva e la responsività, anche noi possiamo entrare in rapporto con il mondo nel quale siamo chiamati ad operare. 

La spada donata da Mercurio, il Messaggero degli dèi, ha un profondo significato, perché essa è il simbolo della mente che divide, taglia e separa. Mercurio aveva aggiunto agli altri doni fatti ad Ercole quello dell’analisi mentale e della discriminazione. 

Si afferma che Apollo, il Dio Sole in persona, s’interessasse ad Ercole e riflettesse su cosa offrirgli di utile. Alla fine gli donò un arco e delle frecce, simbolo della capacità di andare diritto alla meta e dell’illuminazione folgorante, quel dardo di Luce che, quando necessario, potrà rischiarare l’oscurità sul suo cammino.

Così equipaggiato, Ercole era pronto per la grande impresa. Ma quando tutti i doni gli furono consegnati e fu in possesso del suo divino equipaggiamento, leggiamo di un ulteriore piccolo, intrigante dettaglio: egli corse fuori e si fece una clava. Tutti quei doni divini erano stupendi, ma per il momento non sapeva come servirsene. Egli sentiva la sua vocazione e credeva nella sua energia spirituale, gli era stato detto che possedeva i cavalli e che, se voleva, l’arco e le frecce dell’illuminazione erano suoi, ma egli preferì la familiare clava che lui stesso si era costruito. Preferiva farsi strada con ciò che sapeva usare, piuttosto che con gli attrezzi sconosciuti che gli erano stati donati. Brandì dunque la sua clava di legno e si accinse ad affrontare le sue fatiche..

[Tratto dal Testo di Alice Ann Bailey – “Le Fatiche di Ercole” – Il libraio delle stelle, scaricabile gratuitamente dal sito Istituto Cintamani]

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