LA FATICA
Il Mito.
Colui che presiedeva parlò al Maestro dell’uomo la cui luce splendeva tra i figli degli uomini che sono anche figli di Dio:
“Dov’è l’uomo che si presentò con forza davanti agli dèi, ne ricevette i doni e passò per la prima Porta spalancata per compiere il proprio lavoro?”
“Egli riposa, o Grande Reggente, riflette sul suo errore, piange Abderis e cerca aiuto in se stesso.”
“Ciò è bene. I doni del fallimento garantiscono il successo se giustamente compresi. Che ritorni al lavoro, varchi la seconda Porta e ritorni prontamente.”
La seconda Porta era spalancata e dalla luce che velava la scena distante si sentì una voce che disse: “Passa attraverso la Porta. Procedi per la via. Compi il tuo lavoro e ritorna a riferirmi quanto hai fatto.”
Solo e triste, cosciente della necessità e logorato da un profondo tormento, Ercole lentamente passò tra i Pilastri della Porta, avanzando verso la luce che splende nel luogo dove è il toro sacro. All’orizzonte apparve la bella isola dove dimorava il toro e dove uomini avventurosi potevano entrare in quel vasto labirinto che li attirava e li faceva smarrire, il labirinto di Minosse, Re di Creta, custode del Toro.
Attraversando l’oceano verso l’isola soleggiata (ma non ci vien detto come), Ercole si accinse a cercare e trovare il toro per portarlo al Luogo Sacro ove dimorano gli uomini dall’occhio singolo. Di luogo in luogo egli diede la caccia al toro, guidato dalla luminosa stella che brillava sulla fronte dell’animale quale lampada sfolgorante nell’oscurità. Quella luce, muovendosi secondo i movimenti del toro, lo guidava. Da solo Ercole cercò il toro, da solo lo inseguì fino alla sua tana, da solo lo catturò e lo montò. Intorno a lui stavano le sette Sorelle che lo spingevano a procedere e, nella luce splendente, egli cavalcò il toro attraverso l’acqua scintillante, dall’isola di Creta fino alla terra dove dimoravano i tre Ciclopi.
Questi tre grandi figli di Dio attendevano il suo ritorno, seguendo il suo progredire attraverso le onde. Ercole cavalcò il toro come se fosse un cavallo e, accompagnato dal canto delle Sorelle, si avvicinò alla terra.
“Egli avanza con forza”, disse Brontes, e gli andò incontro sulla spiaggia.
“Egli cavalca nella luce”, disse Steropes, “la sua luce interiore si intensificherà”. Indi soffiò sulla luce per suscitare una fiamma improvvisa.
“Egli avanza velocemente”, disse Arges, “sta cavalcando le onde”.
Ercole si avvicinava, incitando sul Sentiero il toro sacro, proiettando la luce sul sentiero che va da Creta al Tempio del Signore, nella città degli uomini dall’occhio singolo. Sulla terraferma, al limitare dell’acqua, stavano tre uomini che afferrarono il toro, così togliendolo ad Ercole.
“Cos’hai qui?”, disse Brontes fermando Ercole sul Sentiero.
“Il toro sacro, o uomo Santo.”
“Chi sei tu? Dicci il tuo nome”, disse Steropes.
“Io sono il figlio di Era, figlio dell’uomo eppure figlio di Dio. Ho adempiuto al mio compito. Conducete ora il toro al Sacro Luogo, salvandolo dalla morte che l’aspetterebbe. Minosse desiderava il suo sacrificio.”
“Chi ti disse di cercare e di salvare il toro?”, chiese Arges, avviandosi verso il Luogo Sacro.
“Sentii dentro di me l’impulso e cercai il mio Maestro. Ispirato dal Grande che Presiede, Egli mi mandò sul Sentiero. Dopo lunghe ricerche e molte pene, trovai il toro. Aiutato dalla sua sacra luce, lo cavalcai attraverso il mare che mi separava dal Sacro Luogo.”
“Và in pace, figlio mio, il tuo dovere è compiuto.”
Il Maestro lo vide arrivare e gli andò incontro sul Sentiero. Lungo le acque si udivano le voci delle sette Sorelle che cantavano vicino al toro ed ancor più vicino, alto nel Luogo Sacro, risuonava il canto degli uomini dall’occhio singolo entro il Tempio del Signore.
“Sei venuto a mani vuote, oh Ercole”, disse il Maestro.
“Le mie mani sono vuote perché ho adempiuto il compito che mi era stato assegnato. Il toro sacro è salvo, al sicuro con i Tre. Che debbo fare ora?”
“Entro la luce vedrai la luce; cammina in quella luce e lì guarda la luce. La tua luce deve risplendere più intensa. Il toro è nel Luogo Sacro.”
Ercole si adagiò sull’erba, riposandosi dalla sua fatica. Poi il Maestro si rivolse a Ercole dicendogli: “La seconda fatica è compiuta e facile fu il compito. Impara da esso la lezione della proporzione. Forza per adempiere l’arduo compito e volontà di svolgerlo senza indebolire le tue risorse: queste sono le due lezioni che hai appreso. Alzati subito, cerca il paese custodito dalla terza Porta e trova le mele d’oro. Portale qui”.
Spiegazione.
Malgrado un parziale insuccesso nella prova iniziale, Ercole ha dato inizio alla sua opera ed in linea con la legge universale, ha cominciato il suo lavoro sul piano mentale. Nell’estrinsecarsi del piano creativo, l’impulso del pensiero è seguito dal desiderio. Allo stato di coscienza che noi chiamiamo mentale, segue lo stato dell’emotività e questa seconda fatica tratta del mondo del desiderio e della potenza della sua potenza sia come generatore d’illusione ma soprattutto come motore per giungere all’illuminazione.
La chiave per comprendere la fatica nel Toro sta nella giusta comprensione della Legge di Attrazione.
Questa è la legge che governa quella forza magnetica, quel principio di coesione che costruisce le forme tramite cui lo Spirito, o l’anima, si manifesta.
Essa produce la stabilità, che si dimostra nella persistenza della forma durante il suo ciclo d’esistenza e concerne il rapporto fra ciò che costruisce la forma e la forma stessa, tra i due poli positivo e negativo, tra spirito e materia, tra il Sé ed il non-sé, tra maschio e femmina e dunque, tra tutti gli opposti.
La chiara lezione da apprendere in questo segno è di raggiungere la giusta comprensione della Legge d’Attrazione nonché il corretto uso e controllo della materia. In tal modo la materia è “assunta in cielo”, figurativamente parlando e può iniziare la sua giusta funzione, che è quella di costituire un mezzo d’espressione e un campo di prova per il Cristo interiore, ossia l’anima che vi dimora. L’aspirante, quindi, è messo alla prova in due modi:
Nel calibro della sua natura animale e nei moventi della sua utilizzazione;
Nell’attrazione che la grande illusione può esercitare su di lui. Maya, o la grande illusione e il sesso, non sono che due aspetti della medesima forza, quella d’attrazione: l’una si manifesta sul piano fisico e l’altro si esprime nel campo della natura emozionale del desiderio.
L’indulgere ed il lasciarsi controllare da una qualsiasi parte del suo organismo è inevitabilmente per l’essere umano sempre un errore. Quando tutta la mente dell’uomo è occupata dal pensiero delle donne, o viceversa; quando vive principalmente per soddisfare le sue brame animalesche; quando si scopre incapace di resistere al richiamo del suo polo opposto, allora ne è una vittima ed è controllato dalla parte più bassa della sua natura, quella animale.
Ma quando l’uomo riconoscerà le sue funzioni fisiche come eredità divina e il suo equipaggiamento fisico come un dono che gli è stato offerto per il bene del gruppo e per essere correttamente usato a beneficio della famiglia umana, allora vedremo un nuovo impulso motivare la sua condotta rispetto al sesso.
Due atteggiamenti sono egualmente errati.
Uno è quello in cui vengono insegnate pratiche che alla fine conducono ad orge sessuali. Tali pratiche sono state nobilitate col nome di magia sessuale e nell’orgasmo sessuale, deliberatamente indotto, si è portati a credere che l’atto sessuale fisico sia la più alta opportunità spirituale e che, proprio in quel momento, si possa toccare, se si vuole, il Regno dei Cieli.
L’altro atteggiamento, che fa del matrimonio e di ogni espressione della vita sessuale un peccato per il discepolo e che sostiene che un uomo non può essere puro in senso veramente spirituale se si sposa e mette su famiglia, è altrettanto terribilmente pericoloso. Non vi è aspetto della vita, o campo d’espressione, o adempimento di obblighi, né uso dell’apparato fisico, nei quali l’anima non possa essere il fattore dominante e le cose non possano essere fatte veramente per la gloria divina. Quando la natura inferiore è allineata a quella superiore ne consegue fusione ed ogni azione è diretta dalla Volontà e Amore dell’anima.
Il sesso è visto allora in verità solo come rapporto fra la natura inferiore e il Sé superiore; esso è allora elevato nella luce del giorno, affinché l’uomo giunga all’unione completa con il divino. Egli scopre che il sesso (finora funzione puramente fisica, talvolta adempiuta per amore) viene elevato al suo giusto livello come sposalizio celeste, attuato e consumato nelle regioni di consapevolezza dell’anima. Ecco la grande verità, ben lontana dalla sordida storia dell’espressione sessuale, della magia sessuale e delle distorsioni della “Magia Tantrica” moderna. L’umanità ha abbassato il simbolismo e nei suoi pensieri ha degradato il sesso a semplice funzione animalesca, senza elevarlo nel regno del mistero simbolico. L’uomo ha cercato nell’espressione fisica la fusione e l’armonia interiori cui anela, ma ciò non è possibile. Il sesso non è che il simbolo di un dualismo interiore, che dev’essere trasceso e composto in unità. Non può essere trasceso con mezzi e riti fisici. È una trascendenza nella coscienza.
È opportuno notare, a questo punto che Minosse, re di Creta, a cui apparteneva il toro sacro, possedeva anche il labirinto in cui viveva il Minotauro e il labirinto è sempre stato il simbolo della grande illusione. La parola “labirinto” deriva da un’antica parola e significa disorientamento, confusione, perplessità. In questa fatica ritroviamo quindi tre simboli chiari che ruotano attorno alla figura del toro, simbolo del desiderio. Questi è tenuto prigioniero dall’illusione dell’istinto animale del Minotauro, dall’annebbiamento astrale-emotivo del labirinto e dall’illusione mentale separativa, di cui l’isola è simbolo separata dalla terra ferma. Naturalmente queste illusioni e disorientamenti sono caratteristiche del sé separato, ma non dell’anima sul suo piano, dove la realtà di gruppo e le verità universali costituiscono il suo regno. Il discepolo, come Ercole, che ancora non è divenuto un’iniziato è un’entità separata, divisa “dalla terraferma”, simbolo del gruppo e simbolo di ogni idea, credo e visione vissuti con tale atteggiamento separativo e duale, scevro della visione di sintesi e della globale bellezza, perfezione e saggezza. Il toro del desiderio deve essere catturato, dominato ed inseguito ovunque sia presente nella vita del sé separato, finché non giunga il tempo in cui l’aspirante possa fare ciò che Ercole fece: cavalcare il toro. Il cavalcare un animale, negli antichi miti, significava controllo. Quindi importante è comprendere che il toro non è ucciso, ma cavalcato ovvero il desiderio è guidato dall’impulso dell’anima.
Da notare, che nella storia prima che Ercole poté catturare e cavalcare il toro, egli fu guidato alla sua tana grazie alla luce stellare che rifulgeva nella testa dell’animale. Questo è un simbolismo chiaro della funzione importante ed indispensabile celata dietro l’illusione e nel dolore. E’ soltanto quando si sperimentano le paia degli opposti, che si può prendere la via di mezzo. E’ soltanto dopo essersi immersi nella materia più densa che inizia il processo di risalita verso lo Spirito. Se non ci fosse l’illusione, velata da apparente piacere ma sfociante nell’insoddisfazione e nel dolore, nessuno saprebbe cosa cerca e dove trovarlo. Nessuno conoscerebbe realmente se stesso nel profondo, calcando il sentiero e scalando il monte della realizzazione interiore. Nel grande schema della vita, ciò che chiamiamo illusione o male in realtà è parte integrante del Tutto, e svolge un ruolo importante nella lezione esperienziale della vita, che quando riconosciuta, compresa e trascesa permette all’uomo di fondere ogni dualità nell’Uno. Quindi ogni problema cela in se l’opportunità di crescita, così come il desiderio del toro nell’oscurità del labirinto dell’illusione cela la luce della saggezza. Ciò che è importante è cogliere quella tenue luce dell’intuizione che brilla nella testa di ogni aspirante sul sentiero che ha fatto richiesta interiore di ricongiungersi all’anima ed espanderla in un sole radiante, così che “quando l’occhio sarà singolo, tutto il corpo sarà colmo di luce”. Lasciate che l’anima sia fissa nei suoi propositi e libera dalla schiavitù della materia, dal dubbio astrale e dalla separatività mentale e allora la giusta azione ed il giusto punto di vista caratterizzeranno immancabilmente la vita sul piano fisico. Lasciate che l’anima cavalchi la forma, allineandola al suo Amore e alla sua Volontà, allora essa conoscerà sicuramente i suoi giusti obblighi. Riconoscerà i rapporti da mantenere con gli altri esseri umani, saprà se il suo destino è quello di essere marito o moglie, padre o madre, fratello o sorella, amico o compagno. Con il giusto uso della forma e la giusta comprensione del proposito, con il giusto orientamento verso la realtà ed il giusto uso dell’energia spirituale, l’anima agirà come fattore di controllo e tutto il corpo sarà pieno di luce.
Attraverso il buon senso e discernimento, con una giusta comprensione e riorientamento del desiderio e con l’identificazione col proposito di gruppo e dell’anima, il discepolo sarà libero dal dominio degli impulsi sessuali: le paia degli opposti sul piano fisico, astrale e mentale. Egli riuscirà seguendo l’esempio di Ercole a trasformare il desiderio personale in aspirazione al divino, permettendogli così di cavalcarlo sopra le acque del desiderio della vita, proprio come il pesce simbolo dell’anima, nuota immerso nel mare dei desideri con distacco. Così il toro viene condotto verso la terraferma ove, verrà affidato alle cure dei Ciclopi, gli antichi iniziati dall’occhio unico, l’occhio di Shiva, l’occhio del Toro della costellazione omonima. Poiché Ercole stesso non era soltanto il discepolo, ma, nella sua natura inferiore, era il toro, e nella sua natura superiore, il Ciclope. Quando il toro del desiderio sarà consegnato ai Ciclopi, cominceranno a manifestarsi all’iniziato dall’unico occhio, cioè a se stesso, l’anima e i tre aspetti divini: Brontes, Steropes e Arges custodiranno il toro sacro ed Ercole, il discepolo, non avrà più alcuna responsabilità.
Brontes, il tuono, è simbolo del primo aspetto di Dio, il Padre che pronunciò il verbo e rappresenta il suono creativo; l’aspetto Volontà.
Steropes, significa lampo, o luce, e rappresenta il secondo aspetto, l’anima.; l’aspetto Amore-Saggezza.
Arges significa attività vorticosa, il terzo aspetto della divinità, che si esprime nell’intensa attività del piano fisico; l’aspetto Intelligenza Attiva e Creativa.
Questi aspetti divini costituiscono il fattore dell’illuminazione e, una volta che abbiano preso in consegna il toro sacro, il problema di Ercole è risolto.
IL SEGNO
Il segno del desiderio
Il Toro è una delle costellazioni zodiacali più interessanti, specialmente in questo periodo. È l’ultimo segno che influisce sull’umanità sulla ruota ordinaria, poiché sotto l’influsso di questo segno per mezzo del desiderio tramutato in aspirazione avviene l’inversione della ruota dello zodiaco e l’uomo comune diviene l’aspirante ai misteri iniziatici aprendosi alle prove che inizianti in ariete. Ed il secondo segno dopo il riorientamento, in cui l’aspirante lotta per divenire il discepolato (il cammino dalla prima alla terza iniziazione), e l’iniziato di terza per la sua liberazione alla quarta iniziazione. Pertanto il Toro produce mutamenti e offre occasioni opportune. È chiamato anche “il segno del principale incentivo della vita”, poiché Toro è simbolo del desiderio in tutti i suoi aspetti.
Che l’uomo soggettivo sia spinto dal desiderio, o come discepolo sia trascinato sulla via del ritorno da un’imperiosa aspirazione, o come iniziato sia motivato dalla volontà di collaborare al Piano, egli risponde pur sempre alla manifestazione più potente di quell’attributo divino poco conosciuto e mal compreso cui si dà il nome, inadeguato, di Volontà di Dio.
Volontà, potere, desiderio, aspirazione, ambizione, movente, proposito, impulso, incentivo, piano — sono tutte parole che tentano di descrivere una delle qualità e delle cause principali e basilari (l’uomo a malapena sa di quale si tratti) della manifestazione, dei processi evolutivi e della volontà-di-essere o volontà-di-vivere. Il grande ternario desiderio-aspirazione-direzione (volontà) è espresso da queste tre parole, con le quali si tenta di indicare il progresso e la tendenza dell’uomo come personalità, come anima e come canale per lo spirito o la vita. Tutte e tre additano in modo inadeguato la causa di quella triplice espressione che sorregge ogni evento e progresso nel tempo e nello spazio.
Fu il Buddha a chiarire all’uomo la natura del desiderio con i suoi effetti infelici, quando esso è persistente e senza lume. Fu il Cristo a insegnare come si tramuta il desiderio in aspirazione che, nella forma datale dal Nuovo Testamento, è lo sforzo della volontà umana (finora animata o espressa dal desiderio) di conformarsi al volere divino — senza comprenderlo, ma adeguandovisi, con la perfetta fiducia e la certezza interiore che sarà sempre per il bene dell’individuo e del tutto. Il terzo avatar che verrà incorporerà in Sé il primo aspetto della divinità la Volontà, la divina volontà di bene che porta alla pace, fondata sulla comprensione e sui giusti rapporti fra uomini e nazioni.
Pertanto l’influsso di Toro ora deve ritenersi di eccezionale potenza, specie per quanto riguarda i valori soggettivi e spirituali; esso presiede e dirige quanto accade dovunque.
Prestate attenzione al fatto che questo è un segno di sintesi nel senso che esprime sul piano fisico un impulso interiore ben definito. Lo fa perché le sue qualità basilari si palesano come desiderio nelle moltitudini umane, e come volontà o proposito indirizzato nel discepolo o nell’iniziato. Nell’uomo comune si manifesta come ostinazione (letteralmente, caparbia dedizione a mire personali) o come volontà applicata con intelligenza, motivata dall’amore, nell’uomo evoluto. Ciò connota fedeltà agli intenti dell’anima.
Tutto il segreto del proposito e del programma divino è nascosto in questo segno, a causa soprattutto del rapporto fra le Pleiadi, l’Orsa Maggiore e il nostro sistema solare. Si tratta di uno dei triangoli più importanti di tutta la serie di rapporti cosmici, accentuato poi dal fatto che “l’occhio del Toro” è l’occhio della rivelazione. Lo scopo cui tende l’evoluzione — “la carica in avanti del Toro di Dio”, com’è chiamato in termini esoterici — rivela senza sosta e stabilmente il Piano Divino nella sua bellezza, perfezione e sintesi. Questo è ciò che la luce rivela.
“L’occhio del Toro”, la magnifica stella fissa Aldebaran, è una delle ragioni per cui questa costellazione è considerata quella che conferisce l’illuminazione. Negli antichi tempi era chiamata la stella guida dei cieli ed il Toro è sempre stato connesso alla luce e perciò a Cristo, che si dichiarò quale Luce del Mondo. Luce, illuminazione e suono, quale espressione della forza creativa, sono le tre idee fondamentali connesse a questa costellazione. “L’interprete della voce divina”, come il Toro era chiamato nell’antico Egitto, può essere chiamato con terminologia cristiana “il Verbo fatto carne”.
L’occhio del toro, inoltre è associato alla ghiandola pineale e al chakra della corona, il loto dai mille petali, in stretta contatto con il chakra Ajna, il terzo occhio. In antiche scritture è riportato così: “Il Toro di Dio, porta la luce nella fronte e gli occhi ne trasmettono la radianza; la testa carica di forza magnetica, rassomiglia ad un sole splendente e dal loto della testa parte il sentiero di luce. Esso penetra nell’Essere Maggiore producendo un fuoco vivo. Il Toro di Dio vede l’Angelo Solare e sa che questo Angelo è la luce in cui egli cammina.” Così, i due centri della testa divengono reciprocamente attivi e la luce della testa risplende. Si stabilisce una linea di luce, che consente un libero influsso reciproco, fra questi due centri e le corrispettive ghiandole, allora diventa possibile la l’iniziazione. Ciò ha inizio con la prima iniziazione e culmina alla quarta, quando il discepolo diviene “Maestro di Compassione”. Questa linea di luce, chiamata nella bibbia il filo d’oro o in antiche scritture orientali Antahkarara è come un ponte che unisce dapprima il cervello e la mente all’anima e successivamente allo Spirito: l’illuminazione.
Note fondamentali.
1. Desiderio (l’uomo medio).
2. Aspirazione (l’aspirante e il discepolo).
3. Direzione o Volontà (l’iniziato).
Qualità.
Toro è un segno di terra, quindi l’attuazione del Piano o la soddisfazione del desiderio devono essere realizzati nella vita del piano esteriore. Essi devono esprimersi sul piano della vita terrena e nell’ambiente sia del singolo che di una nazione o di un gruppo di nazioni.
Toro concerne, fra l’altro, il corpo fisico, la cui salute o integrità dipende molto dalla vita di desiderio del passato o dall’idealismo presente, ed è cosa questa da ricordare.
Inoltre, il simbolo che oggi impera sui desideri umani, siano essi nazionali, economici o religiosi, è l’oro; questo metallo è connesso a Toro, il che conferma che l’attuale conflitto, che caratterizza la situazione economica mondiale, è dovuto all’insorgere del desiderio.
Toro è l’undicesimo segno sulla ruota ordinaria della vita e delle propensioni exoteriche, e precede ogni nuovo ciclo di esistenza incarnata. Quando l’uomo discende nell’incarnazione e assume un guscio astrale, inaugura un ciclo tipicamente Tauriano, poiché è il desiderio che spinge alla rinascita ed è necessaria la potenza di Toro per ottenerla.
Toro è inoltre il secondo segno soggettivo sulla ruota invertita, preliminare al riconoscimento cosciente del giusto rapporto fra le dualità di Gemini. Pensateci. In Toro dunque, esistono questi attributi o qualità contrapposte:
Desiderio…………………. che conduce all’aspirazione, a moto invertito. (l’uomo comune che si appresta ad entrare sul sentiero del discepolato)
Cecità……………………… che conduce infine alla capacità di vedere. (l’aspirante che lavora per essere il discepolo alla prima iniziazione)
Tenebra…………………… che conduce alla luce. (l’iniziato di secondo grado, che dopo aver riconosciuto ed affrontato il guardiano della Soglia, la notte dell’anima, ritrova l’equilibrio in Sagittario).
Morte……………………… che conduce alla liberazione. (l’iniziato di terza iniziazione che rinuncia a tutto, dissolve definitivamente il guardiano della soglia e prende la quarta iniziazione).
In ultima analisi, ritroviamo le eterne dualità, che come sempre mostrano l’azione reciproca degli opposti, il flusso e riflusso ciclico della vita interiore e dell’espressione periferica; dell’attrazione e ripulsa che induce costantemente nella forza traente un richiamo sempre più elevato e più vasto. È il segreto della sintesi definitiva, che è l’illuminazione finale vista tramite l’occhio di Toro. Per questo motivo Toro è considerato un segno di movimento universale, di attività grande e continua alimentata dal desiderio materiale o dalla volontà divina, quando è riconosciuta e percepita. Il triangolo d’espressione ha energie potenti:
1. Desiderio…………… aspirazione………….volontà.
2. Uomo………………. discepolo……………iniziato.
3. Materialità………….dualità……………….divinità.
4. Forma………………Anima………………Spirito.
5. Umanità…………….Gerarchia……………Shamballa.
Ripropongo continuamente queste variazioni perché, se comprese con intelligenza, inevitabilmente alla fine si fonderanno nella vostra coscienza individuale.
Pertanto Toro, per mezzo del desiderio trasformato in aspirazione e orientato dalla Volontà è causa:
del sentiero dell’aspirante al momento dell’inversione della ruota dello zodiaco.
del sentiero del discepolato, la seconda iniziazione.
del sentiero dell’iniziazione, la grande rinuncia alla quarta iniziazione.
Opposto polare.
Si deve qui ricordare che il segno opposto al Toro è quello dello Scorpione e che questi due segni costituiscono il campo di un magnifico sforzo da parte di Ercole, poiché in uno egli lotta col problema del sesso e nell’altro vince la grande illusione.
Toro, governa il collo e la tiroide. È la regione del corpo donde emana l’azione creativa dell’uomo sul Sentiero. L’energia del centro sacrale deve salire alla gola, a dimostrare che l’energia sessuale è stata trasferita e sublimata nell’atto superiore della creazione volontaria e per amore. L’uso corretto degli organi della parola è la chiave dei processi che consentono al discepolo di operare certi mutamenti essenziali. Con ciò intendo dire che, quando si traslano in parole e atti i propri ideali, ciò determina la trasformazione, trasmutazione e infine traslazione sulla vetta dell’Iniziazione. I risultati di quest’opera creativa che materializza la visione si dovranno poi dimostrare praticamente in Scorpione, in cui attendono le prove finali che accerteranno se l’energia fluisce libera e senza ostacoli od ostruzioni fra gola e centro sacrale; se la direzione assunta è quella giusta e se non c’è più pericolo che il soggetto di Toro corra alla cieca dietro interessi egoistici, dubbi o paure, ma al contrario proceda con intelligenza sulla Via della Liberazione — che lo libera e nello stesso tempo lo introduce in attività che daranno libertà ad altri. L’uomo che ha appreso le lezioni di Toro, in Scorpione dovrà dimostrare un’attività creativa fondata sull’aspirazione e sulla capacità di visione, tentando costruttivamente di esprimere la bellezza che ogni forma vela intrinsecamente, rivelando così a tutti il proposito che motiva sia gli eventi che le forme. Questi mutamenti basilari di proposito, interesse e orientamento devono palesarsi in Scorpione, a conferma dell’efficacia dei processi evolutivi vissuti nella grande, ripetuta transizione da Toro a Scorpione. È un ciclo di transiti che (nel ciclo maggiore) costituisce un ritmo d’esperienza d’immensa portata.
Pianeta reggitore exoterico (della personalità).
Venere è il suo reggente exoterico ed apporta energia di V Raggio, energia di Conoscenza concreta o Scienza. Pertanto l’uomo deve apprendere, intanto che la conoscenza è il mezzo dell’amore divino, e anche come trasmutare il sapere razionale in Saggezza divina per mezzo dell’esperienza consapevole.
Venere significa, nelle nostre menti, anche possedendo solo un barlume di verità occulta, ciò che è mentale, ciò che concerne la sublimazione ultima, ciò che riguarda il sesso e ciò che deve esprimersi simbolicamente nel mondo fisico. Questi sono i concetti principali che si affacciano alla mente quando si considerano Venere e Toro all’unisono. Sono fattori espressivi riferiti ad essi fin dalla notte dei tempi, poiché hanno implicazioni fondamentali ed eternamente cosmiche. Toro nasconde un certo mistero divino. Per il bene dei discepoli in formazione, quei quattro concetti sono stati riassunti in una scrittura arcaica di grande rilievo. Lo scritto afferma:
“I santi Figli della Mente abbracciarono i due. Videro e compresero. Così nacque il sesso e si compì il grande errore. La mente fu volta all’esterno. Apparve alla vista la forma e non la vita. Dall’oscurità gridarono e piansero, i santi Figli della Mente. Piansero nel dolore. Guardarono all’interno, riconobbero l’errore commesso, ma non sapevano cosa fare… Il Signore rispose e diede loro il segno della resurrezione”.
Ne afferrate il senso e la grande semplicità? Vi darò un’indicazione. Gli astrologi hanno denotato la triplicità dei segni di terra con i simboli di pianure (Toro), caverne (Vergine) e rocce (Capricorno). Si potrebbe affermare che queste caverne esistono nelle rocce, sepolte sotto le pianure. Parlo in senso figurato e per simboli.
Il Cristo uscì dalla caverna rocciosa e camminò sulle pianure della Terra, e da allora “la donna non Lo conobbe”. La forma non ebbe più presa su di Lui poiché l’aveva vinta nelle profondità. La luce della rinascita irrompe nella caverna dell’Iniziazione quando si rimuove la pietra che ne occlude l’accesso. Dalla vita nella forma alla morte della forma — giù nei fondi rocciosi e nelle cripte del Tempio — così va l’uomo. Ma in quei luoghi stessi irrompe la nuova vita, con forze nuove e liberatrici; cose vecchie periscono e la tenebra cede alla luce.
Infine Toro, tramite il pianeta exoterico o ortodosso Venere, è connesso a Gemelli, Bilancia e Capricorno. In Gemelli, Venere rivela il desiderio che gli opposti nutrono l’uno per l’altro, che è il tema che scorre in tutto il processo creativo ed evolutivo: il rapporto fra gli opposti. In Bilancia, Venere, la mente o l’anima rivela il significato e gli effetti exoterici del desiderio. In Capricorno, Venere rivela all’uomo quel desiderio per il tutto, per l’universale, che contrassegna l’iniziato e ogni vera espressione di vita spirituale.
Pianeta reggitore esoterico (dell’anima).
Il reggente esoterico di Toro è Vulcano, pianeta velato e occultato, quindi poco noto o compreso. Vulcano, il fabbro che forgia i metalli e che opera nell’espressione più densa e concreta (per l’uomo) del mondo naturale. Scende nel profondo a cercare il materiale su cui esercitare la sua arte innata e modella il bello e l’utile. Vulcano sta dunque per l’anima, l’uomo individuale, interiore e spirituale; la sua attività spiega la missione dell’anima sulla ronda eterna della ruota della vita. Vulcano dunque foggia l’espressione divina, il “forgiatore di anime”. In senso peculiare, l’energia che emana da Vulcano è sostanzialmente la forza e il che innesca il processo evolutivo mondiale; inoltre incorpora l’energia di I Raggio di Volontà o Potere, che inizia e nello stesso tempo distrugge, determinando la morte della forma per liberare l’anima.
Vulcano è il raggio o il pianeta dell’isolamento, poiché in modo particolare presiede alla quarta iniziazione, allorché si scandagliano gli abissi della solitudine e l’uomo è completamente isolato. Egli è distaccato “da ciò che sta sopra e da ciò che sta sotto”. Giunge poi un istante drammatico in cui si rinuncia a ogni desiderio; allora il volere o il Piano divino è visto come il solo obiettivo desiderabile, ma non si è ancora dato prova a se stessi, al mondo o al Maestro (l’anima) di aver la forza di procedere lungo la via del servizio. Qui gli si svela (come al Cristo alla quarta grande crisi iniziatica della Sua vita) un’impresa definita e pratica che incorpora quell’aspetto del volere divino, che è sua funzione peculiare afferrare e rendere suscettibile di espressione. Nella fraseologia cristiana è “l’esperienza del Getsemani”. Il Cristo, inginocchiato presso una roccia (simbolo delle profondità del regno minerale e dell’azione modellatrice di Vulcano) leva gli occhi in alto, dove irrompe la luce della rivelazione e da quell’istante sa ciò che deve fare.
Tale è la prova di Vulcano, che governa Toro, o dell’anima, che controlla il desiderio, del Figlio di Dio, che nel profondo forgia il Suo strumento di espressione, afferrando il proposito divino e piegando la volontà del sé minore a quella del Sé maggiore. Il fondo dell’abisso è stato raggiunto e non resta altro da compiere. La luce che dall’occhio del Toro, sempre più radiosa, ha guidato l’anima che lotta, deve infine cedere alla luce del Sole, poiché Vulcano è un sostituto del Sole: talvolta lo si dice velato dal Sole, altre volte sta per il Sole stesso. Vulcano sta fra l’uomo e il Sole, l’anima. Abbiamo dunque tre simboli di luce a questo proposito:
1. Toro — L’occhio dell’illuminazione o della luce. L’occhio del Toro. Illuminazione. In senso exoterico: il Sole fisico.
2. Vulcano — Colui che rivela ciò che gli abissi nascondono e lo porta alla luce. In senso esoterico: il cuore del Sole.
3. Il Sole — Il grande Illuminatore. In senso spirituale: il Sole centrale spirituale.
Perciò l’illuminazione, da qualunque punto la si guardi, è sempre il tema di Toro.
Croce Fissa.
Il Toro è la Croce Fissa nei cieli, la Croce del Discepolo. Il discepolo deve riconoscere la croce che è nei Cieli, sulla quale è crocifisso il Cristo cosmico e sulla quale pure il discepolo è crocifisso, essendo una cellula del corpo di quel Cristo. Il senso tecnico e astrologico, nel presente eone egli deve comprendere il significato del Toro, del Leone, dello Scorpione e dell’Acquario, poiché questi segni sono potenti nel nostro ciclo mondiale. Egli deve, per esprimermi simbolicamente e al tempo stesso in modo esatto, essere in grado di esprimere il conseguimento che rappresenta la meta del suo sforzo in ciascuno dei quattro segni e sotto ciascuno dei quattro poteri
In Toro egli deve essere in grado di dire: “Cerco l’illuminazione e sono io stesso la luce.”
In Leone egli dirà: “Conosco me stesso come l’uno. Governo secondo la Legge.”
La parola che esprimerà in Scorpione sarà: “L’illusione non può trattenermi. Sono l’uccello che vola in assoluta libertà.”
In Acquario le parole pronunciate saranno: “Sono colui che serve, sono il dispensatore dell’acqua di vita.”
Esistono, nella lingua inglese, quattro parole composte da tre lettere che sono ideografiche e simboliche. Esse sono: Dio, Sesso, Legge e Peccato (God, Sex, Law, Sin). In queste quattro parole troviamo espressa la totalità di tutto ciò che esiste.
Dio, la somma di tutte le forme, di tutti gli stati di coscienza e della Vita energizzante.
Sesso, quella Vita all’opera, che attrae lo spirito e la materia ed istituisce uno scambio continuo fra l’oggettivo ed il soggettivo e fra l’exoterico e l’esoterico. Sesso, desiderio, attrazione, spinta istintiva a creare, la forza di attrazione dell’anima, l’anelito al divino, il desiderio del maschio per la femmina, il richiamo della materia per lo spirito: tutte queste frasi possono essere elencate per esprimere alcune delle attività del Sesso nelle sue varie espressioni.
Legge, la risposta di Dio mossa dal pensiero verso la forma, le abitudini istituite dall’infinita interazione fra le opposte polarità riconosciute dall’umanità come le inevitabili leggi di natura, l’imposizione del volere divino e lo stampo di quel volere sulla forma ed il suo riconoscimento da parte dell’uomo.
Peccato, secondo la sua etimologia, significa: “l’uno che è”, l’insorgere del singolo contro il tutto, dell’individualità contro il gruppo, l’egoismo invece dell’interesse universale.
Questa è la storia dell’universo scritta per noi in queste quattro parole. Dio, il Tutto; Sesso, l’attrazione fra le parti entro quel Tutto; Legge, le consuetudini del Tutto; e Peccato, la rivolta dell’unità nel Tutto.
Nel linguaggio mistico il cielo è il Tempio e l’eterna coscienza divina. Il suo altare è il sole, le cui quattro braccia, o raggi, rappresentano i quattro angoli della croce cardinale dell’universo, che sono diventati i quattro segni fissi dello Zodiaco. E poiché i quattro segni dei potenti animali sacri sono sia cosmici che spirituali, essi rappresentano gli elementi fondamentali analoghi ai principi umani.
Il segno del Leone rappresenta il fuoco, o lo Spirito; nel principio umano raffigura la forza della natura inferiore, il serpente di forza che, se diretto verso l’alto, vince ogni cosa.
il Toro la terra, o il corpo; nel principio umano è sempre il simbolo della forza creativa.
l’Acquario l’aria, o la mente; nel principio umano, l’Acquario, ossia l’uomo, è il portatore di luce.
lo Scorpione l’acqua, a somiglianza dell’anima. Lo Scorpione è spesso trasmutato nell’Aquila, costellazione che sorge sempre assieme allo Scorpione è che nel simbolismo gli è strettamente collegata. Lo Scorpione è il “mostro delle tenebre” che punge a morte, eppure preserva e riproduce, simboleggiando così non solo la generazione, ma anche la rigenerazione. Quest’ultima è rappresentata dall’Aquila, l’uccello del sole che ha conquistato il lato oscuro dello Scorpione (l’avversario che può trascinare l’uomo più in basso delle bestie), ma che, trasmutato diventa l’aquila di luce, che può innalzarsi al disopra degli dèi.
Questi segni costituiscono principalmente la croce dell’anima, la croce su cui la seconda Persona della Trinità divina viene crocifissa. Cristo personificò nella Sua missione questi quattro aspetti, e quale Cristo cosmico esemplificò nella Sua Persona le qualità rappresentate rispettivamente da ogni segno. Questi quattro segni si trovano chiaramente nella Bibbia, e nella nostra credenza cristiana sono considerati come i quattro animali sacri. Il Profeta Ezechiele vi fa riferimento con le parole:
“L’aspetto delle loro sembianze era il seguente: i quattro avevano le fattezze d’uomo da un lato, quelle di leone dal lato destro, quelle di vitello dal lato sinistro, e per ultimo quelle d’aquila”.
La stessa simbologia astrologica si trova ancora nell’Apocalisse:
“E di faccia al trono c’era un mare di vetro, simile a cristallo, e in mezzo al trono e intorno al trono quattro animali pieni d’occhi davanti e dietro.
E il primo animale era simile a un leone, e il secondo animale simile a un vitello, e il terzo animale con la faccia di un uomo e il quarto animale simile ad aquila volante”.
Scorpione, come avrete compreso, è il braccio dominante attraverso il quale la potenza maggiore fluisce sulla ruota invertita, per quanto riguarda l’umanità avanzata, il discepolo, poiché è il segno della prova, in cui l’uomo o tocca il vertice o sprofonda nell’abisso alla seconda iniziazione.
Toro è la corrente di energia prevalente di quella Croce per quanto riguarda l’uomo comune che inverte la ruota divenendo l’aspirante. L’energia irradiata dalla Croce Fissa è causa di effetti stupendi e provoca la grande inversione e la rinuncia alla quarta iniziazione. In questa Croce Toro è l’Iniziatore, in quanto “da impulso alla Volontà”, producendo moto e impeto.
Pianeti esaltati, in detrimento e che cadono.
la Luna è esaltata. In senso simbolico ciò indica che il lato formale della vita è un potente fattore di dominio e l’uomo dovrà sempre tenerne conto. La Luna è la Madre della forma e in questo caso nasconde Vulcano — com’era da attendersi. Pertanto la Luna rappresenta ciò che foggia o modella la forma, il che comporta entrambi gli aspetti, femminile e maschile, della sua costruzione, cioè le duplici funzioni di Padre-Madre. Tale processo è un’interazione che nella formazione determina due fasi distinte:
Creazione di una forma di grande potenza, motivata e spinta all’azione da fini e desideri egoistici e della personalità. Luna e Toro sono all’opera.
Rimodellamento della natura formale — attuata dallo stesso nativo di Toro in procinto di destarsi — ma con moventi differenti e in tal modo “assunta in Cielo”, glorificata e irradiata. Sono all’opera Vulcano e Toro.
Quando il desiderio si traduce in volontà spirituale, la forma è esotericamente “esaltata”, e la Luna esaltata in Toro ne è il simbolo. Del resto nell’astrologia ordinaria lo rappresentano anche le corna che appaiono nel segno astrologico di Toro. Questo è la Luna crescente, ma anche il simbolo della natura distruttiva della vita formale del Toro. Non scordate, a questo riguardo, che la morte della forma e la fine del suo influsso sono la meta del processo che muta il desiderio in aspirazione.
Urano invece, pianeta misterioso e uno dei più occulti, “cade” in Toro; ciò accentua la netta distinzione fra anima e corpo, caratteristica così notevole del nativo di questo segno. Essa prepara l’uomo interiore agli scambi e all’acuto conflitto nel segno seguente, Gemini. La presenza della Luna in esaltazione e di Urano in caduta descrivono mirabilmente la vicenda dell’uomo nella fase di sviluppo e potere della personalità. Urano, nascosto nell’abisso, deve ridestare ed evocare la risposta intuitiva di Toro alla luce che cresce continuamente, fino a quando sia raggiunta l’illuminazione e conseguita la coscienza spirituale, sostituendo, con questi aspetti superiori dell’anima, le reazioni inferiori della forma. È interessante che Urano sia esaltato in Scorpio, a conferma del successo della sua impresa. Viene raggiunto il conseguimento.
In Toro, Marte è in detrimento. La sua attività si somma costantemente all’indole bellicosa di questo segno, ma la lotta che vi si combatte è tale, in senso esoterico, che in quel complesso gli effetti di Marte si perdono. Esso “accresce l’annebbiamento e la confusione, ma tiene in serbo la speranza per l’uomo che combatte”. In questo segno l’accento verte sempre sulla lotta. È la lotta per raggiungere la meta rivelata dalla luce crescente. Essa è tanto forte che, quando il moto è invertito, si tratta di lottare per vincere e distruggere tutto ciò che con tanta fatica si è conquistato procedendo nel moto ordinario sulla ruota e per dimostrare in Scorpio (nelle sue terribili prove) che la forma non è più sovrana, ma che permangono le lezioni imparate per suo mezzo; si lotta per ottenere l’iniziazione in Capricorno e liberare l’anima dalla ruota e così svincolarsi per sempre dalla schiavitù del desiderio e da qualsiasi predominio della forma in Acquario, alla quarta iniziazione.
Motto del segno:
Dal punto di vista della forma o dell’astrologia ortodossa: “La lotta sia senza paura”. L’Uomo. La Parola della forma è di afferrare e perseguire con coraggio ciò che si desidera.
Dal punto di vista dell’anima o dell’astrologia esoterica: “Io vedo, e quando l’Occhio è aperto, tutto è luce”. L’Iniziato.
Il IV Raggio.
Il Toro apre l’afflusso all’energia del IV Raggio di Armonia e Bellezza tramite conflitto, poiché quando si intravede la luce, si percepisce una consapevolezza da acquisire, un’ideale da raggiungere, il desiderio permette di attrarre a se le condizione utili, le prove da superare e le opportunità affinché si possa conseguire. In questo periodo di transizione, viene turbato l’equilibrio raggiunto in precedenza e si apre il conflitto fino al raggiungimento del nuovo status di consapevolezza accompagnato da un nuovo equilibrio molto più ampio e inclusivo del precedente, poiché ogni espansione di coscienza permette una maggiore capacità di esprime Amore e Saggezza. E’ proprio il Toro, quindi ad aprire l’influsso all’energia di IV Raggio, poiché il desiderio nell’uomo comune tramutato in aspirazione creerà il conflitto affinché la ruota si possa invertire ed attrarre nella coscienza del devoto a tempo debito la prima iniziazione. Sarà sempre l’aspirazione nel discepolo a permettere la seconda iniziazione, rivelandogli il guardiano della Soglia, la grande forma pensiero di illusione e di ignoranza creata in tutta la sua esistenza, che dovrà dissolvere in Scorpione. Infine sarà il desiderio come volontà a creare l’ultimo conflitto permettendo all’iniziato di prendere la quarta iniziazione e liberarsi per sempre dal ciclo delle reincarnazioni.
Detto in altri termini la mente superiore (l’anima) impressiona la mente inferiore (la personalità) e l’attira a se stessa, in una fusione superiore. Questo processo di sviluppo crea certi punti principali di fusione graduali, con conseguenti punti di tensione; questi punti (quando sono raggiunti coscientemente) diventano l’energia motivante che mette il discepolo in grado di “stare nella luce ed in quella luce vedere la Luce maggiore; in quella Luce maggiore egli conosce e vede, afferra e assorbe ciò che finora è stato scuro, segreto e ignoto”. Questa è l’iniziazione.
Il punto di fusione è creato concentrando dinamicamente tutto il potere, tutte le mire e i desideri del discepolo sul piano mentale; il punto di tensione è creato quando il potere invocativo di questo punto focale diventa capace di evocare la risposta da quello che è invocato. Per l’aspirante medio e per il discepolo esso può essere sia l’anima, che lo Spirito. L’incontro delle due energie focalizzate produce un punto di tensione. I discepoli non dovrebbero concentrare l’attenzione sul compito di produrre un punto di tensione, bensì sul punto di fusione. È mediante l’attività della mente inferiore che viene realizzata la fusione con l’anima, con successivi punti di tensione che si intensificano; è mediante l’attività instaurata tra la mente superiore e l’inferiore, che diviene possibile la fusione con lo Spirito, con punti di tensione che sorgono in molti punti lungo il ponte, l’antahkarana; è mediante l’attività della ragion pura, che diviene possibile la fusione con la Gerarchia, ed è ciò che produce quei punti di tensione, che chiamiamo Iniziazioni.
Quest’attività invocatrice-evocatrice produce un punto di tensione ma non — per ora — un punto di fusione con il polo positivo. Da quel punto di tensione il discepolo lavora alla creazione dell’antahkarana; questo produrrà infine la desiderata fusione fra la personalità infusa d’anima e lo Spirito. Il medesimo processo generale determina tutte le fusioni desiderate e produce quei punti di tensione che sono il segreto di ogni crescita. Il discepolo si sforza coscientemente di produrre questi punti di fusione e di tensione.
Periodi di ricerca, periodi di sofferenza, periodi di distacco, periodi di rivelazione, che producono dei punti di fusione, dei punti di tensione e dei punti di proiezione dell’energia — questo è lo svolgersi del Sentiero dell’Iniziazione.
In verità, iniziazione è il nome dato alla rivelazione o alla nuova visione che attira il discepolo sempre in avanti verso una luce maggiore; non è qualcosa che gli viene conferita, o data. È un processo di riconoscimento della luce e di utilizzazione della luce, al fine di entrare in una luce sempre più chiara.
Tutto ciò l’uomo lo applica per mezzo dell’energia del IV Raggio che si apre con il Toro e del desiderio-aspirazione-volontà invocatore, dell’energia del V Raggio che affluisce tramite Venere, l’energia della menta illuminata e quella di I Raggio del pianete Vulcano, l’energia distruttrice del vecchio e iniziatrice del nuovo. L’Occhio del Toro, l’occhio della visione deve aprirsi. La vittoria è quindi inevitabile, poiché col tempo il potere dell’energia cosmica infallibilmente sottometterà e riorienterà l’energia dell’umanità.
LE COSTELLAZIONI
Orione. L’antico nome di Orione era “i Tre Re”, per le tre bellissime stelle che si trovano nella Cintura di Orione. I Tre Re rappresentano i tre divini aspetti della Volontà, dell’Amore-Saggezza e dell’Intelligenza attiva e creativa e Orione quindi simboleggia lo Spirito. Il nome Orione significa letteralmente “l’esplosione della luce”.
La seconda costellazione connessa a questo segno è un immenso fiume di stelle che zampilla dai piedi di Orione. È chiamato Eridano, o il “Fiume del Giudice”. È un simbolo del fiume della vita che porta le anime in incarnazione, ove imparano il significato delle parole “come un uomo semina, così raccoglierà” e dove intraprendono il lavoro di elaborare la propria salvezza. Come Orione simboleggia l’aspetto dello spirito, così Eridano è connesso con l’aspetto del prendere forma, presentandoci il pensiero dell’incarnazione.
La terza costellazione, Auriga, è il cocchiere che conduce verso nuove terre, simboleggiando così l’anima.
Più studiamo attentamente il libro illustrato del cielo, più ci rendiamo conto che sotto i nostri occhi sta il simbolo della nostra divinità, il simbolo dell’anima in incarnazione e la storia della materia, purificata e glorificata dall’opera laboriosa dell’anima.
Ripetutamente, girando attorno allo Zodiaco vedremo apparire quello che possiamo chiamare “il prototipo spirituale” di Ercole: Perseo, il Principe che Viene, che uccise la Medusa simbolo della grande illusione. Egli si trova in Ariete; Orione, il cui nome significa “luce”, si trova nel Toro; nello Scorpione appare Ercole stesso, trionfante e vittorioso. Abbiamo poi il Sagittario, l’Arciere a Cavallo, che va dritto alla meta e in Pesci troviamo il Re.
Bibliografia:
[1] Alice Bailey – Trattato dei Sette Raggi – Vol.III – Astrologia Esoterica – Il Libraio delle Stelle.
[2] Alice Bailey – Le Fatiche di Ercole – Il Libraio delle Stelle.
Continua leggendo:
– ASTROLOGIA ESOTERICA E LE FATICHE DI ERCOLE
– IL SIGNIFICATO ESOTERICO DEL MITO DI ERCOLE E DELLE SUE DODICI FATICHE
– ARIETE – LA PRIMA FATICA DI ERCOLE – La cattura delle giumente antropofaghe.
– GEMELLI – LA TERZA FATICA DI ERCOLE – LA RACCOLTA DEI POMI AUREI DELLE ESPERIDI